"Un Natale senza eccessi in Toscana"

18/12/2018

Sette toscani su dieci prevedono di vivere un Natale contenuto nelle spese e nei festeggiamenti, che saranno per lo più in famiglia. Anche se quasi nessuno rinuncerà a trattarsi bene, soprattutto a tavola, inserendo nel menù prodotti artigianali e di qualità. Ad acquistare regali, anche di piccola entità, sarà sostanzialmente lo stesso numero di toscani dello scorso anno. Il direttore di Confcommercio Toscana Marinoni: “scegliere un negozio di vicinato per i propri acquisti, anche quelli di Natale, ha un grande valore etico”.

Sette toscani su dieci prevedono di vivere un Natale senza eccessi, contenuto nelle spese e nei festeggiamenti, che saranno per lo più in famiglia. Anche se quasi nessuno rinuncerà a trattarsi bene, soprattutto a tavola, inserendo nel menù prodotti artigianali e di qualità.

Lo dice l’indagine previsionale di Confcommercio Toscana, che rivela come l’ottimismo dei toscani, così come quello degli italiani, si sia purtroppo un po’ ridimensionato negli ultimi dieci anni: “nel 2009 solo il 33% dei nostri corregionali metteva in conto un Natale sottotono, il resto approfittava dell’occasione per concedersi qualche sfizio e festeggiare in grande”, spiega il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni. Adesso, le percentuali si sono praticamente ribaltate e i più preferiscono improntare le spese alla cautela”.

Questo non significa però che rinunceranno ai doni: l’Ufficio Studi della Confcommercio prevede che a fare regali, anche di piccola entità, sarà sostanzialmente lo stesso numero di toscani dello scorso anno: l'86,3% (86,1% nel 2017). Erano più di nove su dieci nel 2009, ma, seppure la percentuale sia in lieve calo, è comunque una buona notizia per i negozianti, che hanno tirato a lustro negozi e vetrine per assecondare la voglia di bello e di novità dei consumatori in cerca del dono adatto. “La rete distributiva tradizionale sta compiendo molti sforzi per venire incontro alle esigenze del consumatore: ricerca e seleziona attentamente i prodotti per mantenere equilibrio fra prezzo e qualità”, spiega Marinoni, “per non parlare della sua funzione sociale: i negozi accendono la città, la rendono viva, offrono servizi. Scegliere un negozio di vicinato per i propri acquisti, anche quelli di Natale, ha un grande valore etico”.

Quasi un toscano su due (44,8%) ritiene quella per i doni una spesa piacevole, gli altri si dividono tra chi ne farebbe volentieri a meno, e la vive come un obbligo, e chi la evita per partito preso. I bambini restano, come sempre, i veri protagonisti di questi giorni, gli unici per i quali si è disposti a spendere qualcosa in più per mettere sotto l’Albero i regali più graditi.

Tra i prodotti più venduti a dicembre: l'elettronica di consumo, prodotti per l'informatica, giocattoli e articoli per il tempo libero, intorno al 13%; abbigliamento e calzature si attestano ad un 11%. Posto d'onore anche per gli alimentari di qualità. In riduzione, dal 2000 ad oggi, gli acquisti per orologeria, gioielli ed altro, dal 15% a poco più dell'11%.

“A livello nazionale, la spesa pro capite per i regali è stimata pari a 171 euro. In Toscana si preferisce restare un po’ più ottimisti: il budget ipotizziamo un budget che va dalle 170 alle 180 euro”, dice Marinoni. Nel complesso, Confcommercio stima che ogni famiglia toscana per il mese di dicembre avrà una disponibilità media di spesa pari a 1.400 euro, anche per effetto delle tredicesime.

“Visto il clima di incertezza che ancora caratterizza politica ed economia italiane, i consumi restano ancora calmi. Anche il mese di dicembre non è partito con il solito sprint, sebbene si aspetti una ripresa più decisa negli ultimi giorni prima di Natale”, sottolinea il direttore di Confcommercio Toscana, “in questo contesto, la leva del prezzo è diventata importante per assecondare la voglia dei consumatori di fare shopping con un occhio attento al portafoglio. C’è però anche una componente psicologica: la ricerca del prezzo più basso è diventata quasi una moda. Ma attenzione a non perdere di vista il vero valore di un prodotto, quando c’è di mezzo la qualità”.