Toscana arancione, "subito un tavolo di crisi per il terziario"

12/12/2020

"Il mancato passaggio della regione a zona gialla a causa di algoritmi e burocrazia è un inaccettabile schiaffo", scrivono in una nota congiunta Confcommercio Toscana e Confesercenti Toscana. Il direttore di Confcommercio Franco Marinoni: “così facendo si condannano a morte certa migliaia di imprese”. E le federazioni dei pubblici esercizi annunciano lo stato di agitazione: "stiamo definendo gli ultimi dettagli organizzativi e renderemo noto il programma nelle prossime ore", anticipa il presidente della Fipe-Confcommercio Toscana Aldo Cursano.

"La Toscana continua ad essere arancione. Una decisione che rischia di assestare il colpo finale a migliaia di aziende di un settore che si è sempre adeguato alle necessità sanitarie adottando immediatamente  tutti i protocolli richiesti. Leggiamo in questa immotivata scelta una punizione senza motivi, con la politica nazionale che risulta persino incapace di utilizzare i provvedimenti legislativi". Lo scrivono in una nota congiunta le due associazioni di categoria del terziario Confcommercio Toscana e Confesercenti Toscana. 

"La Toscana è restata arancione nonostante il decreto Ristori quater preveda che la regola dei 14 giorni possa essere disattesa nel caso in cui la cabina di regia «ritenga congruo» un periodo inferiore; nonostante i dati evidenzino una forte decrescita del numero dei contagi, così come la crescita del tracciamento; nonostante siano state realizzate nuove infrastrutture dedicate ai pazienti Covid per oltre 500 posti letto capaci di allentare il peso sui plessi ospedalieri", prosegue la nota. "Non avere il coraggio delle scelte pur avendone la possibilità, è un segnale di limitata capacità di governo. Governare significa assumersi responsabilità, con l’impegno a non lasciare indietro nessuno"   

Il direttore regionale di Confcommercio Franco Marinoni sottolinea: “perdere anche solo un altro giorno sarebbe criminale, vorrebbe dire non aver capito nulla della tragedia in atto, prima di tutto sanitaria ma anche economica. Anche se qualcuno si ostina a non tenerne conto. Così facendo si condannano a morte certa migliaia di imprese”. E per il presidente regionale di Confesercenti Nico Gronchi si tratta di "uno schiaffo in faccia alla nostra Regione, alle Imprese e alle istituzioni, una frattura difficile da sanare. Chiediamo immediatamente alla Regione un tavolo di emergenza per capire cosa fare subito per queste imprese e per permettergli di lavorare anche contro le volontà incomprensibili di numeri, codici, rapporti, algoritmi. È una cosa inaccettabile e un gigantesco alibi"

“Come federazioni di categoria annunciamo una forte iniziativa a sostegno della bontà delle nostre ragioni: stiamo definendo gli ultimi dettagli organizzativi e renderemo noto il programma nelle prossime ore”, anticipa il presidente di Fipe-Confcommercio Toscana Aldo Cursano. "I ristoratori toscani sono schiacciati ad oggi, non tanto dal COVID-19, ma dall’incapacità di questo governo che non riesce a far rispettare due regole sensate ma si accanisce su una categoria ad oggi in maniera del tutto infondata. Alla politica nazionale chiediamo di fare il proprio mestiere, avendo il coraggio di fare la cosa giusta non quella che vi torna meglio. Dietro ogni banco bar, dentro le cucine, ci sono famiglie, vite sogni passioni”, aggiunge il presidente di Fiepet Toscana Franco Brogi