Imprenditori toscani pronti alla mobilitazione del 4 maggio

30/04/2020

Negozi, bar e ristoranti riapriranno i battenti lunedì prossimo dalle ore 10.30 alle 13, pur senza far entrare clienti, come forma di protesta contro il calendario delle aperture fissato dal Governo Conte. Il direttore regionale Franco Marinoni: “chiediamo che sia anticipata al 4 maggio – anziché al 18 - la ripartenza dei negozi al dettaglio. Per i ristoranti e i pubblici esercizi è invece più importante del “quando” aprire il “come”: se si deve riaprire coni costi di prima e i ricavi dimezzati è inutile e dannoso farlo. Per questo vogliamo aiuti concreti per il settore: contributi a fondo perduto, moratoria fiscale e sostegno per pagare affitti e bollette”. E per bar e ristoranti “l’autorizzazione ad occupare gratuitamente spazi pubblici per non dover ridurre i coperti a causa delle distanze”, dice il presidente di Fipe Toscana Aldo Cursano.

Il terziario deve ripartire, come il resto dell’economia. E non ha senso trattare la Toscana come Codogno o il Piemonte, dove i contagi salgono invece che scendere. Ne è convinta Confcommercio Toscana, che invita tutti gli imprenditori del territorio regionale ad aderire alla mobilitazione indetta per lunedì 4 maggio.

In segno di protesta, dalle ore 10.30 alle 13 saranno aperti negozi, botteghe, bar e ristoranti di tutta la Toscana, nonostante i Decreti ministeriali ancora lo vietino. Serrande alzate, porte spalancate, luci accese, ma non si potranno ovviamente far entrare clienti. Queste le regole principali della mobilitazione. È poi richiesto di postare sui social la foto del proprio esercizio aperto utilizzando l’hashtag #riapriamoilcommercio. In alcuni punti strategici delle città saranno allestite tavole imbandite dove personaggi di spicco della categoria e della società saranno a disposizione (nel rispetto delle regole di sicurezza in vigore) per spiegare le ragioni della mobilitazione.

L’obiettivo di Confcommercio è attirare l’attenzione di pubblico e autorità sulla questione riaperture. Nei giorni scorsi l’associazione ha chiesto infatti alla Regione Toscana e ai Prefetti toscani di farsi portavoce presso il Governo delle richieste della categoria: “anticipare al 4 maggio – anziché al 18 come previsto dal premier Conte - la ripartenza dei negozi al dettaglio”, spiega il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni. “Torniamo poi a ribadire l’assoluta urgenza di aiuti concreti per il settore: contributi a fondo perduto, moratoria fiscale e sostegno per pagare affitti e bollette. Misure che si affiancherebbero a quelle già previste dai Decreti Cura Italia e Liquidità, che si sono però rivelate da subito insufficienti a sostenere le imprese e l’occupazione in questo momento”. “Per bar e ristoranti – precisa il presidente di Fipe Confcommercio Toscana Aldo Cursano – è più importante determinare le condizioni che non il momento della riapertura. Se dobbiamo aprire con gli stessi costi di prima e gli incassi dimezzati per il rispetto delle distanze imposte, è del tutto inutile ed anzi dannoso riprendere l’attività”.

Ripartire è un imperativo per tutti e si può fare in sicurezza”, sottolinea Marinoni, “I nostri operatori sono pronti a farlo e disponibili a collaborare con le autorità preposte perché si rispettino tutte le regole necessarie a contenere il contagio. Purtroppo, il virus non scomparirà neppure a giugno quindi si tratta di imparare al più presto a conviverci nel modo più giusto, conciliando le tutele per la salute all’esigenza di vivere e lavorare mantenendo la qualità delle relazioni, dell’accoglienza e dei servizi”.

“Siamo convinti ad andare avanti con la nostra mobilitazione, a meno che nel fine settimana il Presidente del Consiglio non annunci i correttivi e i provvedimenti che auspichiamo”, conclude il direttore della Confcommercio Toscana.