Donne, "il lavoro è emancipazione"

08/03/2024

Dallo Speciale "8 marzo" che La Nazione ha dedicato alla Giornata internazionale della Donna, riportiamo l'intervista alla presidente di Terziario Donna Confcommercio Donatella Moica. «L'indipendenza economica è una delle prime forme di emancipazione di un individuo, ma alle donne ancora troppo spesso viene negata. E non parlo di donne che vivono in Paesi arretrati, ma pure nella nostra civilissima Toscana. Per questo, se vogliamo che la parità di genere diventi realtà, dobbiamo aiutarle a lavorare e realizzarsi in piena autonomia». «È indispensabile una presa di posizione politica per incentivare l'occupazione e l'imprenditoria femminile magari partendo da una legge che sancisca gli oneri della cura suddivisi equamente fra i generi. Altrimenti il peso continuerà a ricadere solo e soltanto sulle donne».

«L'indipendenza economica è una delle prime forme di emancipazione di un individuo, ma alle donne ancora troppo spesso viene negata. E non parlo di donne che vivono in Paesi arretrati, ma pure nella nostra civilissima Toscana. Per questo, se vogliamo che la parità di genere diventi realtà, dobbiamo aiutarle a lavorare e realizzarsi in piena autonomia». Ne è convinta Donatella Moica, presidente di Terziario Donna Confcommercio Toscana, associazione di riferimento per le imprenditrici del terziario.

Quali sono i problemi? «Per noi, abituate a gestire un'azienda in ogni aspetto, è impensabile che ci siano donne alle quali è vietato avere un conto corrente personale o gestire da sole i propri risparmi e il budget familiare. Eppure, l'ultimo rapporto sulla violenza di genere curato dalla Regione ci dice che quella economica è il terzo tipo di violenza per cui le donne si rivolgono ai centri di aiuto, dopo quella psicologica e fisica. È meno evidente, non lascia segni sul corpo, ma è ugualmente terribile perché toglie libertà e dignità».

Cosa fare, allora? «Intanto, partiamo dall'educazione finanziaria. Mediamente in Italia è scarsa anche negli uomini, ma per le donne è pressoché inesistente. Parlare di soldi non deve più essere un tabù. Altrimenti, continueremo a precluderci tante possibilità, sia nello sviluppo dell'impresa sia, da dipendenti, nella contrattazione dello stipendio: le donne sono pagate meno degli uomini a parità di mansione, un divario che si ripercuote sulla pensione. Forse sono meno abituate a chiedere. Se a questo si aggiunge una scarsa autostima, il danno è fatto. Ricordiamo ci che l'indipendenza economica aiuta a combattere la violenza di genere».

Eppure, ancora la metà delle donne italiane non lavora. «È indispensabile una presa di posizione politica per incentivare l'occupazione e l'imprenditoria femminile magari partendo da una legge che sancisca gli oneri della cura suddivisi equamente fra i generi. Altrimenti il peso continuerà a ricadere solo e soltanto sulle donne. Oggi che il lavoro è diventato più complesso, le donne fanno più fatica, dovendosi occupare anche di tutto il resto. Così, evitano di candidarsi a ruoli istituzionali e di governo, anche nelle associazioni di categoria, perché non hanno tempo. Privarsi delle donne è una perdita per tutti. Confcommercio ha creato il gruppo Terziario Donna proprio per dare alla sua componente femminile il rilievo che merita». 

 

Articolo tratto da La Nazione - Speciale 8 marzo - 8 marzo 2024