"Cuochi, mascherine e fornelli" per mettere in tavola la solidarietà
31/12/2020
Firenze insieme ad altre 10 città italiane ha ospitato l’iniziativa di solidarietà “Chiusi i locali, ma non i nostri cuori” ideata da Fipe Confcommercio, Federazione Italiana Cuochi e Dipartimento Solidarietà Emergenze FIC. IL 31 dicembre la consegna di seimila pasti alla mensa della Caritas diocesana. Presenti alla cerimonia di consegna, insieme ai presidenti di Fipe Confcommercio Toscana Aldo Cursano e del Dipartimento Solidarietà Emergenze di FIC Toscana Gian Carlo Cliceri con il vicepresidente dell’Unione Regionale Cuochi Massimiliano Catizzone, anche il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e gli assessori del Comune di Firenze Sara Funaro e Federico Gianassi. A riceverli il presidente della Fondazione Solidarietà Caritas Firenze Lucchetti.
6mila piatti di pasta cucinati dagli chef per il pranzo dell’ultimo giorno dell’anno. È il regalo che hanno ricevuto oggi (31 dicembre 2020) gli ospiti della mensa della Caritas diocesana di via Baracca a Firenze. A compiere il gesto solidale sono stati i cuochi e i ristoratori toscani nell’ambito dell’iniziativa “Chiusi i locali ma non i nostri cuori”, lanciata a livello nazionale da Fipe Confcommercio e Federazione Italiana Cuochi con il Dipartimento Solidarietà Emergenze FIC. L’obiettivo: ricordare che, seppure ristoranti e pizzerie sono ancora chiusi a causa dell’emergenza Covid, non lo sono i cuori degli imprenditori del settore, pronti a mobilitarsi per chi è più in difficoltà in questo momento. Oltre che a Firenze, l’iniziativa si è svolta in contemporanea in altre dieci città italiane: Bari, Bologna, Brindisi, Milano Rho, Napoli, Olbia, Potenza, Roma, Savona e Trieste.
Nel capoluogo toscano la consegna dei 500 chili di pasta necessari a preparare il pranzo, poi elaborato dagli chef fiorentini guidati da Massimiliano Catizzone, è avvenuta alla presenza del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, degli assessori del Comune di Firenze al welfare Sara Funaro e alle attività produttive Federico Gianassi, oltre che dei presidenti di Fipe Confcommercio Toscana Aldo Cursano e del Dipartimento Solidarietà Emergenze della FIC Toscana Gian Carlo Cliceri e del direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni. A riceverli, il presidente della Fondazione Solidarietà Caritas Firenze Vincenzo Lucchetti.
“Guanti, mascherine e fornelli accesi, questo Capodanno per gli ospiti della mensa Caritas diocesana di Firenze sarà speciale grazie alla solidarietà di tanti cuochi che nonostante le difficoltà che stiamo vivendo si sono messi a disposizione per condividere il loro tempo e aiutare i più bisognosi”, ha dichiarato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, “un buon auspicio per cominciare con il giusto passo il 2021".
“Non poteva esserci iniziativa più bella per chiudere un anno difficile come questo - hanno detto l’assessore al Welfare Sara Funaro e l’assessore alle attività produttive Federico Gianassi -, in cui la pandemia ha avuto effetti molto pesanti a livello sanitario ed economico, anche nella nostra città. Nonostante le enormi difficoltà che il settore della ristorazione si trova a vivere, è lodevole la reazione di tutti coloro che, anche con questa iniziativa, dimostrano una grande forza e non si arrendono, ma anzi si danno da fare per aiutare le persone più fragili, che con la crisi hanno visto peggiorare la propria condizione di vita. Questa iniziativa - hanno continuato - è l’ulteriore dimostrazione del grande cuore solidale della nostra comunità, della quale fanno parte donne e uomini sempre pronti a tendere una mano ai cittadini meno fortunati, uomini e donne che contribuiscono ad accrescere la bellezza di Firenze e che ci rendono orgogliosi”. Fine modulo
“Mettere le persone a tavola per noi è un atto d’amore, che con questa iniziativa si apre alla solidarietà in un anno decisamente da dimenticare”, sottolinea il presidente di Fipe-Confcommercio Toscana Aldo Cursano, che di Fipe è anche vicepresidente vicario nazionale, “dal cibo passano i più alti valori della nostra cultura, improntata all’accoglienza. Uno stile italiano di vivere e di fare socialità che tutto il mondo ci invidia, ma che in questi mesi è messo a durissima prova. Le chiusure forzate dei nostri locali, senza riscontri scientifici sull’impatto della ristorazione nella curva dei contagi, sono una ferita aperta perché mettono a rischio estinzione un’intera tradizione del “fuori casa”, oltre alle nostre imprese – oltre 21mila in Toscana - e all’occupazione. Ma noi ci siamo: chiusi al pubblico, ma pronti ad aprire il cuore!”
“Il 2020 è stato un anno terribile che ci ha tutti impoveriti economicamente ed umanamente. La nostra categoria è stata fortemente vessata, ma questo non ferma la nostra voglia di dare”, conferma il vicepresidente dell’Unione Regionale Cuochi Toscani, nonché presidente dell’Associazione Cuochi Fiorentini, Massimiliano Catizzone. “Sappiamo che le Caritas diocesane hanno raddoppiato il numero degli utenti ed anche persone che un tempo non avrebbero avuto necessità devono oggi rivolgersi a loro per un supporto. Ci hanno chiuso i ristoranti, ma i nostri cuori continuano a vivere! Il nostro è certo un piccolo gesto simbolico, ma per fortuna non siamo i soli a donare ciò che è possibile a quanti in questo momento hanno bisogno di aiuto. Chiunque un giorno potrebbe trovarsi nei loro panni”.