Commercio su aree pubbliche, "avanti con gli investimenti"

20/06/2019

Dopo la non impugnazione da parte del governo nazionale della nuova legge toscana, con la Legge regionale che regala finalmente alcune certezze, il settore è pronto a cambiare pelle. Se ne è parlato il 20 giugno a Firenze nella conferenza stampa a cui hanno partecipato il presidente della commissione Sviluppo economico del Consiglio regionale della Toscana Gianni Anselmi e l'assessore della Regione Toscana Stefano Ciuoffo, insieme ai rappresentanti di Anva-Confesercenti e Fiva-Confcommercio, Maurizio Innocenti e Gianni Picchi.

Incassato il “tacito assenso”, con la mancata impugnazione da parte del governo nazionale della legge sul commercio su aree pubbliche, la Regione guarda avanti e le associazioni di categoria esprimono ottimismo sulle prospettive del settore, che in Toscana conta ben 13.500 imprese. Un quadro positivo che è emerso chiaramente dalla conferenza stampa che si è tenuta il 20 giugno in un luogo simbolico qual è il mercato centrale di Firenze,  alla presenza del presidente della commissione consiliare Sviluppo economico Gianni Anselmi e dell’assessore regionale alle Attività produttive, Stefano Ciuoffo, insieme ai rappresentanti delle principali associazioni di categoria Gianni Picchi, segretario regionale Fiva-Confcommercio, e Maurizio Innocenti, presidente regionale Anva-Confesercenti.

«Finalmente non ci sono più ostacoli alla piena applicazione del Codice del Commercio – ha esordito Gianni Picchi – Chiediamo quindi che vengano aperti presso tutte le amministrazioni comunali i tavoli di concertazione con le associazioni di categoria, secondo le modalità previste. Poi si deve accelerare il processo di aggiornamento dei piani comunali del commercio su area pubblica, non solo per quanto riguarda le modalità di rinnovo tacito delle concessioni, ma anche per tutte le iniziative volte a favorire e sviluppare le aree mercatali».

«La politica ha dimostrato di poter risolvere i problemi – ha detto Maurizio Innocenti – e lo ha fatto in Toscana con impegno e sensibilità. Grazie alle nuove norme gli operatori della nostra categoria possono ricominciare a programmare, pensare a riqualificazione, investimenti e formazione. Come Confesercenti siamo impegnati ad esportare il modello toscano in altre regioni, visto che la Toscana per il momento è l’unica ad aver prodotto una normativa».

«La legge regionale si è resa necessaria – ha ricordato Stefano Ciuoffo – in seguito al vuoto normativo creatosi dopo l’approvazione della legge di Stabilità da parte del Parlamento a dicembre nella quale si eliminavano delle norme che definivano il quadro per le concessioni. Siamo stati la prima Regione italiana a farlo e adesso i commercianti toscani possono lavorare con serenità di prospettiva e senza più incertezze. Abbiamo consegnato al settore del commercio su aree pubbliche un quadro normativo solido, regole condivise e chiare che restituiscono quelle certezze che sono alla base di ogni investimento, di ogni azione dedicata alla propria impresa – ha aggiunto Stefano Ciuoffo – Noi non pensiamo che questo comparto sia un settore minore, al contrario si tratta di imprese consolidate che costituiscono un valore aggiunto anche per la riqualificazione dei luoghi, delle piazze delle nostre città. Per questo è stato fondamentale restituire a queste aziende, fatte di persone, un quadro normativo certo, una cornice di solidità che incoraggia crescita ed investimenti. Ora siamo impegnati a dispiegarne tutte le potenzialità».

«In un epoca dove l’incertezza domina – ha detto Gianni Anselmi – noi abbiamo fatto una legge che marca un punto di certezza. E’ una normativa chiara, che parla alle persone che lavorano: abbiamo voluto dare una mano a chi si alza presto la mattina per svolgere la sua attività. Non bastava dire “via dalla Bolkestein”, bisognava riempire uno spazio normativo che lo Stato non aveva competenza a riempire, quindi per primi in Italia lo abbiamo fatto noi. Averlo fatto rapidamente significa aver dato già da ora più valore alle nostre imprese, perché un conto è avere una proroga di due anni, un altro è sapere che la concessione si rinnova tacitamente di dodici anni in dodici anni, con l’unico requisito dell’iscrizione come impresa attiva alla Camera di commercio. Speriamo di aver aperto una strada anche alle altre Regioni, ci auguriamo che altri, come noi, si pongano l’esigenza di risolvere i problemi di un mondo fatto di persone che lavorano ogni giorno».