Ambulanti, FIVA-Confcommercio: "Niente campagna elettorale sulla pelle delle imprese".
20/02/2018
Il presidente degli ambulanti toscani Rodolfo Raffaelli risponde al ministro Calenda: “a differenza di quanto lui ha dichiarato a Prato, la legge non fa riferimento al numero di concessioni in capo ad un ambulante, ma al fatto che la sua attività sia o meno quella prevalente nella composizione del reddito familiare. In pratica, se il coniunge guadagna di più con un’altra attività l’ambulante ricade sotto la Bolkestein, altrimenti no. Una vera assurdità che va subito corretta”. Il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni: “le misure prese finora dal Governo non sono mai state finalizzate a far uscire il commercio su area pubblica dalla Bolkestein, ma solo ad allungare i tempi per il rinnovo delle concessioni, rimandando di fatto la soluzione definitiva della questione. Ma il primo effetto delle proroghe è la svalutazione dei posteggi in caso di vendita o affitto. Le imprese hanno bisogno di certezze”
“Altro che fare chiarezza. Sulla questione della Bolkestein il ministro Calenda ha aggiunto confusione alla confusione”. Ne è convinto il presidente degli ambulanti toscani della Fiva (Federazione Italiana Venditori su Area pubblica)-Confcommercio Rodolfo Raffaelli.
“A margine di un incontro elettorale a Prato – ricorda Raffaelli - Calenda ha detto che “chi lavora nella sua concessione deve essere mantenuto indenne dalla Bolkestein mentre chi non lavora e ha un numero ampio di concessioni che affitta deve fare le gare”. Peccato che la recente legge di bilancio stabilisca una cosa ben diversa”.
Ovvero, spiega Raffaelli, “senza fare alcun riferimento al numero delle concessioni in capo ad ogni ambulante, la legge crea un collegamento stretto ed evidente tra attività d’impresa e reddito prodotto dall’utilizzo della concessione come unica o prevalente fonte di sostentamento familiare. In pratica, se un ambulante ha il coniuge che guadagna di più con un’altra attività, deve sottostare alla Bolkestein. A meno che non divorzi. Se invece la sua attività di ambulante è quella che produce il reddito più alto in famiglia, allora può dirsene esente”.
“Non servono chiarimenti di fronte a questa vera assurdità, con cui la legge mette il becco in questioni familiari private e retrocede il nostro settore ad una attività economica di serie B. Piuttosto – chiede il presidente degli ambulanti di Fiva-Confcommercio Toscana – serve una nuova disposizione legislativa che corregga le storture”.
“Il commercio su aree pubbliche – conclude Rodolfo Raffaelli – ha bisogno di uscire dalla precarietà di questo periodo e di superare l’incoerenza di provvedimenti frammentari sulla Direttiva. Non serve una campagna elettorale sulla pelle delle imprese, serve una nuova legge fondata sulla valorizzazione della professionalità maturata sul posteggio”.
Nel ripercorrere la vicenda Bolkestein, Fiva-Confcommercio Toscana ricorda come la direttiva sia legge europea vincolante per lo stato italiano. “Le misure prese finora dal Governo non sono mai state finalizzate a far uscire il commercio su area pubblica dalla Bolkestein - spiega il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni - ma esclusivamente ad allungare i tempi per il rinnovo delle concessioni, rimandando di fatto la soluzione definitiva della questione”.
“Attenzione però che non succeda agli ambulanti quello che è successo ai balneari: la Corte di Giustizia europea ha dichiarato incompatibile con l’ordinamento comunitario la proroga automatica delle loro concessioni, che ora saranno quindi rimesse all’asta senza assicurazione alcuna per gli operatori. E se succedesse anche ai posteggi di fiere e mercati? Purtroppo – aggiunge Marinoni - il primo effetto diretto della proroga al 31 dicembre 2020 delle concessioni, che a prima vista pare a favore degli ambulanti, è la svalutazione dei posteggi in caso di affitto o di vendita, a causa dell’incertezza che viene a crearsi. Questi rimpalli di competenze e decisioni tra Europa, Governo, Regioni e Comuni non fanno che aumentare l’incertezza per gli operatori, che in questo momento difficile per i consumi dovrebbero invece concentrarsi sulla loro attività di vendita. Stare dietro ad una burocrazia così ballerina significa perdere energie e tempo prezioso”.