Sciopero fiscale, "una strada legittima e possibile"

20/11/2020

Il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni sottolinea l’assoluta liceità dell’iniziativa che coinvolgerà 50mila imprese toscane: “mentre l’evasore fiscale è un ladro della collettività e come tale va condannato, chi protesta contro l’iniquità dello Stato adottando uno strumento legittimo come lo sciopero fiscale compie un atto ben diverso e ben più condivisibile anche da un punto di vista sociale”. Non si potranno evitare i pagamenti di ritenute, Iva e imposta di soggiorno, ma lo si potrà fare per una lunga serie di altre tasse e imposte, da Irap e Ires a Imu, bollo auto e tassa sugli immobili.

“Mentre l’evasore fiscale è un ladro della collettività e come tale va condannato, chi protesta contro l’iniquità dello Stato adottando uno strumento legittimo come lo sciopero fiscale compie un atto ben diverso e ben più condivisibile anche da un punto di vista sociale”. Il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni ci tiene a sottolineare l’assoluta liceità dell’iniziativa che coinvolgerà 50mila imprese toscane del terziario.

 

“Certamente non si potranno sottrarre al pagamento delle ritenute né a quello dell’imposta Iva (anche se tanti imprenditori, avendo merce acquistata ma ancora invenduta in negozi e magazzini, di fatto sono a credito), ma neppure, nel caso di quei pochi alberghi che hanno lavorato, dell’imposta di soggiorno, perché si tratta di un credito che l’azienda riscuote per conto del proprio Comune”, chiarisce Marinoni. “Possono però dichiarare lo sciopero fiscale per una lunga serie di altre tasse e imposte, da Irap e Ires a Imu, bollo auto e tassa sugli immobili”.

 

“Si tratta di una azione di protesta collettiva che rientra nell’ambito dei diritti di cui agli articoli 18 (diritto di libera associazione) 21 (diritto di libera manifestazione di pensiero), 39 ( diritto di libera organizzazione sindacale) 40 (diritto di sciopero) della Costituzione della Repubblica Italiana”, ribadisce Marinoni, “non dimentichiamo che, sempre in base alla nostra Costituzione, sarebbe compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

 

I legali ai quali si è rivolta Confcommercio Toscana hanno così elencato le tasse e imposte che possono essere oggetto di “sciopero fiscale”, avvertendo però che l’ente creditore del tributo non riscosso potrà comunque pretenderne il pagamento e comminare le relative sanzioni:

 

  • Imposta regionale sulle attività produttive (Irap),
  • Imposte sul reddito delle società (Ires)
  • Maggiorazione IRES Società di comodo
  • Imposta per l’adeguamento dei principi contabili (Ias)
  • Imposta sostitutiva per la rivalutazione dei beni d’impresa
  • Tassa annuale sui registri contabili
  • Imposta sostitutiva imprenditori e lavoratori autonomi regime di vantaggio e regime forfetario agevolato
  • Contributo Ambientale Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi)
  • Imposte e dazi doganali
  • Tassa di iscrizione agli Albi professionali o all’abilitazione dell’esercizio professionali
  • Addizionale comunale sui diritti d’imbarco di passeggeri sulle aeromobili Imposta sulle riserve matematiche di assicurazione
  • Tasse sulle persone fisiche
  • Imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef)
  • Tasse sull’istruzione Canoni su telecomunicazioni e Rai Tv
  • Imposte su giochi e lotterie
  • Imposte sui consumi di prodotti particolari
  • Tasse su auto e trasporti
  • Bollo auto
  • Imposte sui premi RC auto
  • Tasse e accise sulla benzina
  • Imposta provinciale di trascrizione (IPT)
  • Addizionale erariale tassa automobilistica per auto di potenza sup 185 kw
  • Tasse sulla casa e immobili
  • Imposta municipale propria (Imu)
  • Tributo per i servizi indivisibili (TASI)
  • Tassa smaltimento rifiuti (TARI)
  • Tasse sul consumo energetico.

 

Se sul fronte dei tributi il governo nazionale non ha fatto molto finora, una mano alle imprese potrebbe arrivare dalle Amministrazioni Comunali: in virtù dell’Art. 1 Commi 796 e 797 della Legge 27.12.2019 n. 160 (Legge di bilancio 2020), infatti, i Comuni in quanto esattori dei tributi locali possono, su richiesta del debitore, applicare una dilazione di pagamento fino ad un massimo di 72 rate mensili. Dilazione che può essere poi ulteriormente rateizzata per altri 72 mesi, per un totale quindi di 144 mesi. Abbastanza per dare un po’ di respiro a chi versa in condizioni economiche precarie.