"Sciopero fiscale? Legittimo come ogni altro sciopero"

22/11/2020

“L’atto costitutivo della convivenza civile in Italia è la Costituzione della Repubblica, che agli articoli 39 e 40 sancisce la libertà sindacale e di sciopero, come ben sa anche la Filcams CGIL di Firenze, quindi l’esercizio di detto diritto rientra nel patto di convivenza civile come diritto di libertà”. Il direttore della Confcommercio Toscana Franco Marinonirisponde così alle dichiarazioni del segretario provinciale della Filcams CGIL di Firenze Massimiliano Bianchi. "Le nostre imprese mettono al centro le persone e i territori, dove producono ricchezza, occupazione e benessere. Proprio per tutelare questo sistema noi protestiamo".

“L’atto costitutivo della convivenza civile in Italia è la Costituzione della Repubblica, che agli articoli 39 e 40 sancisce la libertà sindacale e di sciopero, come ben sa anche la Filcams CGIL di Firenze, quindi l’esercizio di detto diritto rientra nel patto di convivenza civile come diritto di libertà”. Il direttore della Confcommercio Toscana Franco Marinonirisponde così alle dichiarazioni del segretario provinciale della Filcams CGIL di Firenze Massimiliano Bianchi.

“Lo sciopero fiscale è una manifestazione di dissenso e protesta legittima, quanto lo sono tutti gli scioperi indetti dalle associazioni sindacali dei lavoratori. E stupisce che a metterlo in discussione sia un’organizzazione sindacale importante come la Filcams CGIL”, prosegue il direttore di Confcommercio Toscana. “Il patto di cui parla il segretario Bianchi non lo abbiamo di certo rotto noi, tanto più che le imprese che rappresentiamo non sono emanazioni dell’alta finanza internazionale, che travolge tutto e tutti sulla base dei numeri e delle convenienze del momento, ma sono organizzazioni che mettono al centro le persone: gli imprenditori e le loro famiglie, i collaboratori, i clienti. Non solo: mettono al centro il territorio, radicandosi in un luogo e concentrando lì energie e investimenti, creando ricchezza, occupazione e benessere”.

“È per tutelare questo sistema che abbiamo scelto la strada dello sciopero fiscale, l’unica che ci rimaneva per dimostrare l’importanza strategica delle imprese che rappresentiamo, che hanno diritto ad essere rispettate e tutelate dallo Stato, non considerate solo mucche da mungere”.