Pec obbligatoria, attenti alle sanzioni
23/09/2020
Chi non si mette in regola entro il 1° ottobre, comunicando il proprio indirizzo di posta elettronica certificata al Registro Imprese, rischia una multa fino a 2mila euro, come stabilito dalla recente conversione in legge del Decreto Semplificazioni. Il consiglio? Verificare di possedere una PEC valida ed attiva e di averla trasmessa alla Camera di Commercio di riferimento.
Sono ancora molte in Italia le imprese che hanno la Pec irregolare (mancante, inesistente o non funzionante) e che dal 2 ottobre prossimo potrebbero incorrere in una sanzione piuttosto elevata.
Possedere un indirizzo di posta elettronica certificata, che facilita i rapporti con la Pubblica amministrazione, era già un obbligo dal 2008 per le società e dal 2012 per le imprese individuali. Ma se la mancata comunicazione prevedeva finora solo un blocco temporaneo per l’invio di pratiche telematiche al Registro imprese, ora invece può comportare una multa da 30 a 1.500 euro per le imprese individuali e da 206 a oltre 2mila euro per le società.
Lo stabilisce la recente conversione in legge (avvenuta lo scorso 15 settembre) del decreto Semplificazioni.
È quindi necessario non solo che le imprese possiedano un indirizzo Pec, ma anche che lo comunichino entro il primo di ottobre alla Camera di Commercio di riferimento. Chi ha già provveduto a farlo è opportuno che ne verifichi periodicamente il regolare funzionamento e l’utilizzo.
Comunicare un indirizzo Pec al Registro imprese è semplice ed immediato attraverso un modulo da compilare sul sito www.registroimprese.it fornendo il codice fiscale dell’impresa e del legale rappresentante e, appunto, l’indirizzo Pec.
Chi avesse bisogno di assistenza in questa fase, o dovesse attivare una Pec per la prima volta, può rivolgersi agli uffici territoriali di Confcommercio.