Ictus, venerdì 28 ottobre il convegno a Firenze
24/10/2022
In anticipo di 24 ore rispetto alla Giornata mondiale dell’ictus cerebrale, torna nel capoluogo toscano la terza edizione dell'iniziativa di formazione e informazione della cittadinanza voluta dalla Fondazione Confcommercio Toscana Onluscon il patrocinio della Regione Toscana e la collaborazione di Associazione ALICe, Federazione regionale Misericordie della Toscana, Pubbliche Assistenze Toscana Anpas e Comitato regionale Croce Rossa. Appuntamento aperto a tutti alle ore 10 nella sala Pegaso della Regione Toscana (in piazza Duomo 10). Il presidente della Fondazione Fanucchi: "l’ictus è una patologia subdola, improvvisa e imprevedibile, l'unica arma per minimizzarne i danni è intervenire subito. Perché ogni minuto che passa vale due milioni di cellule cerebrali”
La Toscana celebra con un giorno di anticipo la giornata internazionale dell’ictus cerebrale. Lo fa venerdì 28 ottobre a Firenze con un incontro aperto al pubblico, alle ore 10 nella Sala Pegaso della Regione Toscana (piazza Duomo 10). Il tema, del resto, è di grande importanza: sono almeno diecimila le persone colpite da ictus cerebrale ogni anno in Toscana, 200mila in Italia.
L’iniziativa è organizzata a cura della Fondazione Confcommercio Toscana Onlus, che prosegue così il suo impegno divulgativo a sostegno della Rete Ictus creata dalla Regione Toscana. “L’ictus è una patologia subdola, improvvisa e imprevedibile, che lascia margini di tempo molto ridotti per intervenire, perché ogni minuto che passa vale due milioni di cellule cerebrali”, spiega il presidente della Fondazione di Confcommercio Antonio Fanucchi, “l’unica arma valida per combattere l’ictus è quindi la tempestività dei soccorsi. Ecco perché dal 2019 – con un solo anno di stop nel 2020 a causa della pandemia - ci stiamo impegnando a portare in giro per la Toscana una serie di eventi formativi e informativi molto semplici: mettiamo a confronto con i cittadini medici e ricercatori, che insieme spiegano come riconoscere i sintomi dell’ictus e cosa fare per salvare chi ne è colpito, o almeno ridurre i danni”.
Dopo le tappe di Lucca, Arezzo, Livorno e Prato, il format del convegno “ICTUS: pochi minuti valgono una vita”, messo a punto dalla Fondazione Confcommercio Toscana Onlus insieme alla Regione Toscana torna quindi a Firenze, dove tutto è iniziato nel 2018, sempre con la collaborazione di Associazione ALICe (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale), Federazione regionale delle Misericordie della Toscana, Pubbliche Assistenze Toscana Anpas e Comitato regionale della Croce Rossa. “La nostra associazione di categoria vuole essere protagonista attiva della società, offrendo il suo contributo nella costruzione dello sviluppo economico così come del buon vivere in generale”, sottolinea il presidente di Confcommercio Toscana Aldo Cursano, “grazie alla nostra Fondazione riusciamo quindi a intervenire in aree importanti, come quella della salute pubblica, e questo ci rende particolarmente orgogliosi”.
“Ringrazio la Fondazione Confcommercio Toscana Onlus per questa importante iniziativa – afferma l’assessore regionale al diritto alla salute e sanità Simone Bezzini - che vede la preziosa collaborazione delle associazioni di volontariato e il sostegno delle istituzioni. È fondamentale promuovere maggior consapevolezza e conoscenza dell’ictus cerebrale, il fattore tempo è decisivo ed è necessario poter intervenire prontamente e in modo appropriato. La Regione Toscana nel 2016 ha dato vita alla Rete regionale Ictus, basata sulla piena integrazione territorio-ospedale-territorio, per assicurare gli interventi appropriati, secondo standard clinico-assistenziali omogenei, al fine di ridurre la mortalità e gli esiti permanenti dell'evento acuto. Stiamo lavorando per potenziarla ancora di più, con particolare attenzione alla sicurezza dei pazienti, al miglioramento della qualità assistenziale, anche nei percorsi di cura complessi, con conseguente riduzione della mortalità, della disabilità e dei costi sanitari e sociali correlati alla malattia, alla valorizzazione delle competenze professionali, all’innovazione e adeguamento delle risorse tecnologiche, ma anche all’incremento dei volumi di casi trattati, all’integrazione tra la rete dell’emergenza-urgenza territoriale, rete ospedaliera e rete delle cure primarie, alla flessibilità organizzativa, integrazione e inclusione multiprofessionale e multidisciplinare”.
L’incontro del 28 ottobre si aprirà – dopo la visione del video istituzionale spiegato dalla ricercatrice CNR Marzia Baldereschi - con i saluti dell’assessore regionale al diritto alla salute Simone Bezzini, del presidente della Fondazione Confcommercio Toscana Onlus Antonio Fanucchi e del presidente di Confcommercio Toscana Aldo Cursano. A moderare gli interventi sarà la caporedattrice de “La Nazione” di Firenze Erika Pontini.
Per la parte tecnica, interverranno il responsabile clinico della Rete Ictus Toscana Giovanni Orlandi, il direttore della Centrale Operativa di Pistoia-Empoli Piero Paolini, la direttrice della Stroke Unit Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi Patrizia Nencini e la direttrice di Neuroradiologia Azienda Usl Toscana Centro Angela Konze. A loro è affidato il compito di far capire come funziona la rete dei soccorsi esistente in Toscana e quali sono le modalità di intervento e di gestione del paziente colpito da un ictus in casa, al lavoro o per strada. Azioni che, sul filo dei minuti, possono fare la differenza nel salvare una vita e nel ridurre i danni fisici e neurologici che potrebbero derivare da questa patologia. Danni che pesano non solo sul malato e i suoi familiari, ma su tutta la collettività, in termini sociali ed economici, come spiegherà nella sua relazione la direttrice di Inps Cristina Deidda. Basti pensare che ogni anno un medico di famiglia assiste dai 4 ai 7 pazienti colpiti da ictus acuto e deve seguirne almeno 20 sopravvissuti.
“Se la gestione della fase acuta della malattia può contare su una rete di supporti molto efficiente, quella della riabilitazione dei malati e del sostegno alle loro famiglie va ancora definita nelle linee guida e nei contenuti.”, precisa il presidente dell’Associazione per la Lotta all'Ictus Cerebrale ALICe Toscana Alessandro Viviani, che sarà tra i relatori del convegno fiorentino insieme al presidente di ALICe Firenze Domenico Inzitari, fondatore della Stroke Unit Firenze e della Rete Ictus Toscana. “È proprio qui – prosegue Viviani - che la nostra associazione è impegnata con progetti concreti e innovativi, come il Coro degli Afasici di Firenze, di cui fanno parte persone alle quali l’ictus ha compromesso la possibilità di parlare, ma non quella di cantare”. Testimonianze che infonderanno fiducia e speranza a quanti ora, purtroppo, stanno combattendo con questa patologia.
Qualche numero sull’ictus
L'ictus cerebrale è una patologia grave, ad alta incidenza e prevalenza, ma è anche tra le più prevenibili e curabili. Colpisce ogni anno 16 milioni di persone nel mondo, 200.000 solo in Italia. Ogni anno in Toscana circa 10.000 persone sono colpite da ictus: e circa 50.000 persone sono sopravvissute a un ictus. Ogni anno un medico di famiglia assiste dai 4 ai 7 pazienti colpiti da ictus acuto e deve seguirne almeno 20 sopravvissuti.
La spesa annuale per l'assistenza all'ictus cerebrale in Italia è stimata intorno ai 3,5 miliardi di euro. L'invalidità permanente di una persona che supera la fase acuta dell'ictus determina negli anni successivi una spesa media di circa 100.000 euro. Il ritardo con cui paziente o familiari contattano il 112 è il principale fattore responsabile della bassa percentuale di pazienti trattati (in Toscana circa il 14%). Se tutti i pazienti con ictus acuto venissero ricoverati in Stroke Unit, ogni anno in Toscana si eviterebbero 800-1.400 morti o disabili gravi (con un risparmio valutabile in circa 15 milioni l'anno) e 300-500 ricoveri in istituto (con un risparmio valutabile in 4,5-7,5 milioni l'anno).
Fondamentale è imparare a riconoscere i sintomi, per noi e per chi ci sta intorno, a casa, al lavoro, per strada: per poter reagire in tempo, chiamare immediatamente il 112 e arrivare subito nell’ospedale dove i medici sono stati preallertati, e sono quindi già pronti a prendere in carico il paziente per avviarlo molto rapidamente agli accertamenti e ai trattamenti.