"Un passo avanti, ma su credito e strumenti finanziari si poteva fare di più".
15/03/2017
Nota congiunta delle associazioni di categoria regionali Confcommercio, Cna, Confesercenti e Casartigiani sul Piano di Sviluppo approvato dalla Regione Toscana .
Su fondi rotativi e garanzie, le quattro organizzazioni del commercio e dell’artigianato avrebbero gradito decisioni più adeguate al sostegno delle piccole e piccolissime imprese, che sono l’ossatura dell’economia toscana.
“Con il nuovo Piano Regionale di Sviluppo appena approvato la Regione Toscana, almeno a livello teorico, compie un passo avanti per sostenere anche le piccole e medie imprese. Resta ancora molto da fare, soprattutto sul versante dell’accesso al credito, ma diamo comunque atto alla Regione di aver voluto aprirsi alle legittime istanze che le nostre associazioni rappresentano”.
Lo dichiarano in una nota congiunta le associazioni regionali di categoria Confcommercio, Cna, Confesercenti e Casartigiani, che danno voce a due comparti – terziario e artigianato – ai quali afferisce l’83% del sistema imprenditoriale toscano (344.440 sul totale di 414.900).
“Le piccole e piccolissime imprese sono l’ossatura dell’economia toscana. Non si può continuare a negare loro quel sostegno che è invece da sempre riconosciuto alle grandi imprese e che è necessario per innovarsi e crescere in un mercato sempre più competitivo, pena la perdita di occupazione e ricchezza”, spiegano le quattro associazioni di categoria.
“Il Consiglio regionale ha introdotto nel testo alcune modifiche nella direzione auspicata dalle nostre associazioni, anche se si poteva fare di più, per esempio, in merito ai fondi rotativi, che sono ancora troppo esegui. Resta irrisolta anche la questione delle garanzie destinate a favorire l’accesso al credito delle PMI: il prospettato arretramento dell’intervento del Fondo Centrale di Garanzia sulle imprese, deciso a livello nazionale, rende infatti necessario un aumento del sostegno finanziario a livello regionale. La partita degli strumenti finanziari resta comunque aperta, vista il confronto in atto sulla revisione della legge 35/2000”.
“Siamo consapevoli che nella discussione sul PRS maturata in questi mesi fra Giunta e Consiglio sono entrate in gioco anche questioni politiche che poco hanno a che fare con l’economia, di fronte alle quali siamo rimasti spettatori silenziosi. Per noi resta primario l’interesse legittimo delle imprese che rappresentiamo. Per il futuro, auspichiamo più coraggio per spingere la ripresa anche attraverso le micro e piccole imprese”, concludono Confcommercio, Cna, Confesercenti e Casartigiani.