Turismo: No allo stop del nuovo testo unico.
27/02/2017
Confcommercio Toscana esprime perplessità sulla decisione del Consiglio dei Ministri di impugnare di fronte alla Corte costituzionale la legge regionale toscana 86/2016.
Nell’occhio del mirino proprio una delle norme più apprezzate dall’associazione di categoria, quella relativa alle locazioni turistiche. Il direttore regionale Franco Marinoni: “la Regione aveva compiuto il tentativo coraggioso di normare una parte oscura del mercato, che incide per oltre il 50% sulle presenze turistiche attuali e che con piattaforme come Airbnb è destinata ad ampliarsi ulteriormente. Evidentemente, c’è chi preferisce conservare lo status quo chiudendo gli occhi davanti ai fenomeni nuovi che con internet e la sharing economy stanno esplodendo.
Ma le imprese hanno bisogno di certezze e risposte. E mentre a livello nazionale si discute ancora sul chi fa cosa, la realtà si muove veloce e lascia spazio a fenomeni inattesi che stravolgono ogni regola senza appello”
Confcommercio Toscana esprime forte perplessità sulla decisione del Consiglio dei Ministri di impugnare di fronte alla Corte costituzionale la legge regionale toscana 86/2016 in materia di turismo. “Di fatto così si riazzera ogni riflessione sul tema delle locazioni turistiche, che invece per il peso crescente che hanno sul mercato necessitano, e in fretta, di una regolamentazione”, dichiara il direttore generale di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, “con il nuovo Testo
Unico la Regione Toscana aveva compiuto il tentativo coraggioso di normare una parte oscura del mercato. Evidentemente, c’è chi preferisce conservare lo status quo chiudendo gli occhi davanti ai fenomeni nuovi che con internet e la sharing economy stanno esplodendo. Il problema è che questi fenomeni hanno riflessi sempre più evidenti sul mercato e le imprese chiedono risposte in merito al rispetto dei criteri di concorrenza leale. Si spieghi agli imprenditori perché il principio “stesse regole, stesso mercato” debba valere solo per alcuni e per altri no”.
Il riferimento va anche all’applicabilità della tassa di soggiorno ai turisti che alloggiano in una casa in affitto: “a questo punto è chiaramente messa in discussione”, osserva Marinoni. “Così, i turisti che alloggiano nelle strutture ricettive imprenditoriali, e che dovranno pagare la tassa di soggiorno, saranno penalizzati rispetto a chi alloggia nelle case di privati cittadini. Non ci sembra giusto. E i Comuni che avevano già avviato le procedure per richiedere la tassa ai turisti che alloggiano nelle case private cosa dovranno fare? Rischiano di ricevere richieste di risarcimento da parte dei proprietari di immobili?”.
“In Toscana gli affitti turistici incidono ormai per oltre il 50% delle presenze turistiche effettive e sono in continua crescita”, sottolinea il direttore regionale di Confcommercio, “è prevedibile che nei prossimi anni le piattaforme della sharing economy come Airbnb, che sono entrate prepotentemente sul mercato, sposteranno sempre di più l’ago della bilancia verso questo tipo di ricettività”.
“Si tratta di un fenomeno che non si può arrestare, ma che si deve governare, anche per il bene dell’economia: sono presenze turistiche che restano sommerse in un limbo. Il rischio è che, anziché un valore, diventino un peso per il territorio, anche dal punto di vista sociale. È vero, lo Stato deve difendere il diritto di un cittadino di trarre reddito dalle proprie proprietà, ma se tutti i proprietari di immobili del centro di Firenze decidessero di affittare le case ai turisti cosa ne sarebbe degli equilibri sociali ed economici della città? Il fenomeno della ‘gentrificazione’ creato dal turismo ha trasformato tanti luoghi in crisalidi vuote senza anima. Noi vogliamo evitarlo o no?”.
Confcommercio Toscana è preoccupata poi che la decisione di impugnare la legge turistica toscana di fronte alla Corte Costituzionale possa rallentare, se non bloccare totalmente, la stesura dei regolamenti di attuazione. “Questo annullerebbe tout court l’efficacia del nuovo Testo Unico anche su altri aspetti importanti che si era tentato di normare. Noi ci eravamo espressi per un regolamento d’attuazione veloce e stringente, che mettesse in grado i Comuni di fare controlli e applicare sanzioni. Le imprese turistiche chiedono questo: certezza delle regole e rispetto delle regole. E mentre a livello nazionale si discute ancora sul chi fa cosa, la realtà si muove veloce e lascia spazio a fenomeni inattesi che quelle regole le stravolgono senza appello".