Settore ricettivo: «Fatti non parole. Serve un cambio di passo della Regione»
05/03/2023
La Nazione ha pubblicato sulla pagina regionale di domenica 6 marzo un articolo a firma della giornalista Lisa Ciardi, in cui Confcommercio Toscana e Federalberghi Toscana replicano all'assessore alle attività produttive Leonardo Marras che sulle colonne del quotidiano aveva evidenziato la centralità del settore nell'economia regionale. «Se la Regione pensa davvero che il turismo sia centrale per la Toscana, lo confermi con i fatti e non solo a parole». Le associazioni di categoria chiedono un cambio di passo nella gestione dei fondi strutturali, oggi quasi interamente indirizzati al manifatturiero.
«Se la Regione pensa davvero che il turismo sia centrale per la Toscana, lo confermi con i fatti e non solo a parole». A dirlo, i rappresentanti di Confcommercio e Federalberghi Toscana, in risposta all'assessore alle attività produttive Leonardo Marras che ha evidenziato la centralità del settore nell'economia regionale.
«Hanno ragione l'assessore Marras e il governatore Giani quando dicono che il turismo e il terziario sono trainanti per la nostra economia - commenta Aldo Cursano, presidente di Confcommercio Toscana - ma allora bisognerebbe dare consequenzialità a queste affermazioni, affinché non rimangano principi astratti. Parole che, nella totale assenza di attenzione al settore nelle linee programmatiche e nei provvedimenti concreti, rischiano di apparire quasi provocatorie. Commercio, turismo e servizi, probabilmente i più colpiti dalla crisi pre e post pandemica, meritano più rispetto e attenzioni. Invece le risorse vengono quasi interamente indirizzate da questa amministrazione al manifatturiero».
Dalle stessa idea Daniele Barbetti, presidente di Federalberghi Toscana, la federazione del sistema ricettivo di Confcommercio. «È vero che ci sono tante risorse a disposizione - spiega - ma se verifichiamo la spesa dell'ultima programmazione, i settori turismo, commercio e ristorazione sono la Cenerentola dei fondi strutturali. Ci aspettiamo quindi un cambio di passo, anche in considerazione del fatto che il turismo è stato il più colpito dalla pandemia».
«In Toscana - prosegue Barbetti - questo è stato evidente, visto che qui il turismo stesso ha una marcata incidenza sul Pil e una chiara dimensione internazionale: gli effetti economici della pandemia e della crisi energetica, sono stati quindi più forti che in altre Regioni. C'è poi da sostenere la riqualificazione delle strutture ricettive: la Toscana è stata prima in Italia per numero di domande di accesso al bando Pnrr sul tema. Ma per procedere in operazioni così onerose servono sostegni. In generale, siamo ottimisti: il turismo avrà un recupero, purché non accada come nel 2022, quando i fatturati in forte crescita per la ripresa dei viaggi si sono imbattuti nell'incidenza altissima dei costi energetici, che hanno mangiato i ricavi fino a mettere a rischio la sopravvivenza delle imprese, soprattutto quelle di piccola dimensione. Anche su questo fronte la Regione può avere voce in capitolo».
A sottolineare la posizione di Confcommercio, anche il direttore regionale Franco Marinoni. «Purtroppo dobbiamo constatare che poco è cambiato negli ultimi anni dice nonostante le tante assicurazioni e dichiarazioni. Si continua a vedere la Toscana come in una fotografia in bianco e nero anni Sessanta, fatta di orde di tute blu che escono dagli stabilimenti produttivi. Non ci fa piacere, ma è un dato di fatto: non è più così. Oggi la maggior parte della ricchezza e dell'occupazione è espressa dal terziario, in particolare da turismo, somministrazione, moda e servizi alle imprese. Non considerarlo è pericoloso per il corretto impiego delle risorse finalizzate allo sviluppo, prima ancora che un errore politico. Ed è anche fuorviante per i giovani che rischiano di andare a cercare il lavoro dove non c'è ormai da tempo».
CREDITI: articolo di Lisa Ciardi, pubblicato domenica 5 marzo 2023 su La Nazione - edizione regionale Toscana