Saldi invernali, un "rito" irrinunciabile per il 60% delle famiglie toscane.

03/01/2018

Le previsioni di Confcommercio Toscana a pochi giorni dall’avvio delle vendite di fine stagione, che si apriranno venerdì 5 gennaio per chiudersi dopo sessanta giorni SALDI INVERNALI, UN ‘RITO’ IRRINUNCIABILE PER IL 60% DELLE FAMIGLIE TOSCANE

Dovrebbe riconfermarsi lo stesso budget di spesa dello scorso anno: circa 167 euro a persona, 24 euro in più rispetto alla media nazionale di 143 euro a persona. Donna, di età compresa fra i 30 e i 40 anni, il cliente tipo dei saldi. Fra i prodotti più gettonati capospalla, maglieria, sneakers e stivaletti, poi la biancheria per la casa. Operatori cauti: a Firenze il 70% si riterrebbe già fortunato ad eguagliare i risultati dei saldi invernali 2017. Il 25% teme invece risultati più modesti, il 5% è invece più ottimista e confida di migliorare gli incassi. Il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni: “moda ancora colpita dal calo dei consumi, ma le famiglie attendono con ansia ogni occasione di risparmio per cui le prossime settimane vedranno buoni affari”.

Il 60% delle famiglie toscane acquisterà in saldo almeno un prodotto delle collezioni invernali di abbigliamento, calzature, tessuti e accessori. Di sicuro, tutte aspettano con ansia il momento degli sconti di fine stagione per investire il budget dedicato, che nelle previsioni della Confcommercio dovrebbe restare in linea con quello dello scorso anno: circa 167 euro a persona, 24 euro in più rispetto alla media nazionale stimata dall’associazione di categoria e pari a 143 euro a persona.

“La stagione autunno-inverno quest’anno ha retto, grazie al freddo che per una volta è arrivato quando ci voleva per accelerare un po’ le vendite dei capi più pesanti”, racconta il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, “la vera anomalia è stata il mese di ottobre, fiacco per tutti i settori, non solo per la moda, che purtroppo negli ultimi anni è stato uno dei più colpiti dalla crisi. Novembre, a differenza degli altri anni, è stato invece più brillante: merito dell’atmosfera natalizia che è stata creata in anticipo in molte città. Ad incidere positivamente sui fatturati è stato poi il Black Friday, una moda arrivata dall’estero e che ormai ha preso piede anche da noi, perfino nei centri più piccoli, dove in qualche caso i cartellini con gli sconti sono rimasti in vetrina non solo l’ultimo venerdì di novembre, ma anche nei giorni successivi. Il problema è che molti consumatori l’hanno vissuta come una sorta di “start up” degli acquisti natalizi, così hanno addirittura anticipato i regali approfittando degli sconti”.

Per il Natale sono andati bene gli articoli di maglieria e gli stivali (come quelli alti fino al ginocchio per donna), poi accessori come borse, sciarpe e cappelli da mettere sotto l’Albero. “Ma è ovvio che, con i saldi al via il 5 gennaio, molti hanno preferito rimandare lo shopping a questa data, per rinnovare il guardaroba spendendo un po’ meno”, dice Marinoni.

“I saldi sono nati come strumento per svuotare il magazzino, avere liquidità e fare spazio ai nuovi arrivi delle collezioni primaverili. Ma ormai il mercato – off line così come on line – si è abituato a sconti, offerte e promozioni tutto l’anno. I consumatori aspettano tutte le occasioni per risparmiare e non è facile per un negoziante incentivare le vendite senza ritocchi al prezzo”, fa notare il direttore di Confcommercio Toscana, “e se un tempo si approfittava dei saldi per concedersi qualche acquisto sfizioso, oggi si aspettano per acquistare i capi necessari. Non c’è un vero incremento delle vendite, sono le stesse ma spalmate in periodi dell’anno differenti”.

Le aspettative degli esercenti toscani sono moderate: “si aspettano senz’altro un buon movimento, ma senza i picchi degli anni passati”, spiega Marinoni, “il fenomeno delle code fuori dai negozi, che comunque riguardava solo le città più grandi, è in calo da almeno un paio di anni. Le prime due settimane saranno al solito le più brillanti, poi ci sarà il consueto calo fisiologico, a meno che il clima non riservi altre sorprese come una nuova ondata di freddo polare”.

Alcuni negozianti approfitteranno del periodo e della maggiore affluenza di clienti per mettere in vetrina i primi capi delle nuove collezioni primavera-estate: “stimolare la curiosità e la voglia di bel tempo è sempre una mossa vincente”.

Secondo l’analisi della Confcommercio, il cliente tipo di questo periodo è per lo più donna, di età compresa fra i 30 e i 40 anni. I capi più gettonati sono quelli di importo inferiore ai 50 euro, con punte massime intorno ai 200 euro per i capospalla. E saranno forse proprio i capospalla, insieme a maglieria, sneakers e stivaletti i prodotti più venduti, mentre nei negozi di tessuti andranno bene asciugamani e biancheria per la casa.

Nel capoluogo, gli operatori della moda preferiscono restare cauti: il 70% dei negozianti fiorentini intervistati dalla Confcommercio si riterrebbe già fortunato ad eguagliare i risultati dei saldi invernali 2017. Il 25% prevede invece risultati più modesti, vuoi per la contrazione dei consumi ancora in atto, vuoi per il cambiamento di certe abitudini, fra commercio on line e occasioni da rincorrere tutto l’anno. Il 5% è invece più ottimista e confida di migliorare gli incassi.

“Firenze negli ultimi anni ha puntato tutto sul turismo. I negozi che lavorano coi turisti ne hanno di sicuro beneficiato ma gli altri, quelli che hanno come clienti solo i residenti, vivono un momento difficile perché i consumi interni non sono ancora ripartiti ed è difficile prevedere quando accadrà”, spiega il direttore della Confcommercio Toscana. Un discorso che, secondo la Confcommercio, vale per tutte le principali città turistiche toscane.

Quasi nessuno dei commercianti è soddisfatto di un inizio così anticipato delle vendite di fine stagione, proprio a ridosso delle festività natalizie. C’è chi li vorrebbe posticipare alla fine di gennaio, chi addirittura a febbraio; altri vorrebbero diminuirne la durata, giudicata ora eccessiva. C’è poi il fronte di chi vorrebbe liberalizzare ogni tipologia di sconto. “La categoria su questo tema è abbastanza divisa”, commenta il direttore Marinoni , “è difficile portare a sintesi i legittimi punti di vista di tutti. Il fatto però è un altro: il sistema distributivo tradizionale della moda ha dei competitor che si chiamano commercio on line, outlet ed altri ancora, che hanno tra i loro punti di forza la politica del prezzo. Noi non siamo d’accordo con quella politica, ma non avrebbe senso ingessarsi in regole che appartengono ad un mondo che non c’è più. Bisogna anzi sfruttare al massimo la flessibilità che può consentirci di competere con successo con queste diverse realtà, che, piaccia o non piaccia, non sono anomalie transitorie ma soggetti con i quali dovremmo confrontarci sempre”.

In questi giorni, come di consueto Confcommercio ricorda come sempre agli operatori associati le principali regole da rispettare per effettuare in maniera corretta le vendite di fine stagione:

  1. Le vendite di fine stagione riguardano i prodotti di carattere stagionale o di moda suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. I capi in saldo non devono necessariamente appartenere alla stagione in corso.
  2. Le merci devono essere poste in vendita con l’indicazione del prezzo corrente, dello sconto espresso in percentuale e del nuovo prezzo ribassato o scontato.
  3. La possibilità di cambiare il capo dopo l’acquisto è lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato. In questo caso scatta infatti l'obbligo del cambio o, nel caso la sostituzione risulti impossibile, la restituzione della somma pagata.
  4. È rimessa alla discrezionalità del negoziante la possibilità di far provare i capi.
  5. Per quanto riguarda i pagamenti, le carte di credito devono sempre essere accettate qualora sia esposto nel punto vendita l'adesivo che attesta la relativa convenzione.