Saldi estivi, effetto Covid sulla spesa dei toscani

30/07/2020

Ogni famiglia spenderà 138 euro (3 euro in più della media nazionale, ma -40% sul 2019), per un valore complessivo intorno ai 137 milioni di euro. Solo sei famiglie su dieci faranno acquisti nel periodo delle vendite di fine stagione, che si apriranno sabato 1° agosto. Si farà sentire la mancanza dei turisti stranieri, tra i clienti più affezionati dei negozi di moda. “Le stime previsionali non ci stupiscono, purtroppo: c’era da aspettarselo che i toscani avrebbero fortemente ridimensionato il budget viste le preoccupazioni per il futuro”, commenta la presidente regionale della Federazione Moda Italia Confcommercio Federica Grassini, “per i negozi più liquidità in arrivo, ma si riduce drasticamente la marginalità”.

Spesa quasi dimezzata, quest’anno, per i saldi estivi dei toscani, al via sabato prossimo (1° agosto 2020). La stima previsionale arriva dall’ufficio studi di Confcommercio, secondo cui sei famiglie toscane su dieci acquisteranno capi scontati per un massimo di 138 euro (60 euro pro capite). Tre euro in più rispetto alla media calcolata a livello nazionale, ma addirittura il 40% in meno rispetto alle 230 euro spese nell’estate 2019.

In totale, il valore complessivo dei saldi in Toscana secondo la Confcommercio dovrebbe aggirarsi intorno a 137 milioni di euro, dei quali oltre 37 milioni nella sola provincia di Firenze. Un dato al quale andrà aggiunta la spesa dei non residenti, ovvero di chi arriva da noi per motivi di lavoro, studio o vacanza. Ed è prevedibile che la mancanza dei turisti stranieri si farà sentire, visto che sono tra i clienti più affezionati dei negozi di moda.

“Le stime previsionali non ci stupiscono, purtroppo: c’era da aspettarselo che i toscani avrebbero fortemente ridimensionato il budget viste le preoccupazioni per il futuro e per un autunno che sarà di sicuro caldo sul fronte occupazionale”, commenta la presidente regionale della Federazione Moda Italia Confcommercio Federica Grassini, “c’è poi da tenere presente che molte famiglie hanno già approfittato degli sconti in queste ultime settimane, visto che in via eccezionale la Regione aveva dato la possibilità di continuare le vendite promozionali anche nei trenta giorni prima dei saldi”.

Una politica dei prezzi che non può che essere un palliativo: “i nostri negozi sono rimasti chiusi senza incasso per quasi tre mesi, la ripresa è stata ed è lentissima perché siamo tutti – imprenditori e consumatori - col fiato sospeso. Ora, con i saldi, i nostri negozi otterranno più liquidità, ma perderanno marginalità e i conti aziendali stanno in piedi con i margini e non con la liquidità. Soprattutto se parliamo di negozi indipendenti multimarca, che sono la maggior parte”, spiega Grassini.

I saldi estivi rappresentano di solito il 12% del fatturato annuo di un negozio di abbigliamento o calzature, ma nell’anno del Covid-19 forse le proporzioni cambieranno. “Anche quest’anno i saldi riporteranno un po' di voglia di fare shopping, se non altro perché rappresentano un grande rito collettivo da condividere con familiari e amici, pure in un periodo di mascherine e restrizioni economiche. Speriamo che qualcuno ritrovi il piacere di una gratificazione dopo un lungo periodo di rinunce. Ma per far ripartire il settore non basta: le nostre città viaggiano ancora a ritmi troppo lenti, fra smartworking e turisti che mancano”.