Regolamento UNESCO, Firenze esempio per le altre città toscane.

07/04/2017

“Il regolamento adottato dal Comune di Firenze per salvaguardare decoro e qualità delle attività commerciali in centro storico deve essere un esempio da seguire per gli altri Comuni toscani. È l’unico modo per porre fine alla giungla di nuove aperture frutto della liberalizzazione. Non si tratta di fare un passo indietro né di limitare la libera impresa, piuttosto di tutelare e valorizzare la qualità dell’offerta, che altrimenti rischia di essere portata al ribasso. È un atto dovuto nei confronti del patrimonio di bellezza che abbiamo ereditato dal passato, nei confronti dei cittadini e dei turisti, che hanno diritto a godere di questa bellezza, ma anche nei confronti di quegli imprenditori che puntano all’eccellenza, nei prodotti e nei servizi offerti come nell’estetica dei loro locali. È guardando a loro, quindi puntando in alto, che si deve conformare il mercato. Lo sciame di nuove aperture alle quali abbiamo assistito negli ultimi anni, non sempre di livello, purtroppo in qualche caso ha inquinato il mercato mettendo a rischio perfino le imprese consolidate. La lotta all’ultimo cliente, spesso giocata sulla sola leva del prezzo, non ha fatto bene a nessuno, neppure ai consumatori alla fine. Di certo non ha fatto bene al decoro e all’immagine delle nostre città. I regolamenti comunali ci offrono una via d’uscita per cambiare. Le aree Unesco in Toscana sono soltanto sette, ma di città ricche di arte e memorie storiche ce ne sono molte di più. E allora, perché la Regione Toscana non interviene estendendo il protocollo firmato con il Comune di
Firenze a tutti i Comuni toscani? Un protocollo condiviso a livello regionale sarebbe di sostegno all’opera dei Comuni e la faciliterebbe a livello di contenuti e modalità di applicazione”. Franco Marinoni, direttore di Confcommercio Toscana