Payback fornitori ospedalieri, "a rischio 7.900 lavoratori" in Toscana

25/07/2024

Massimo Rambaldi, presidente regionale ASFO (Associazione Fornitori in Sanità) Toscana - Confcommercio: “le imprese del nostro settore, 300 in Toscana, non sono da confondere con le potenti multinazionali del farmaco. 9 su 10 hanno piccole dimensioni e non possono certo sobbarcarsi i costi della sanità pubblica. Questa legge iniqua causerà il nostro fallimento, con ripercussioni sull’efficienza del sistema ospedaliero che verrà a trovarsi senza i dispositivi che noi forniamo”. “La Toscana è la prima regione in Italia per sforamento della spesa sanitaria. Che senso ha scaricare sulle spalle delle imprese e dei lavoratori del settore il peso economico di variabili che non dipendono da loro?”.

 

“Il meccanismo perverso del payback non solo porterà al fallimento le nostre imprese, che in Toscana danno lavoro a 7.900 persone, ma penalizzerà fortemente anche i cittadini perché negli ospedali verranno a mancare le nostre forniture”. A dirlo è Massimo Rambaldi, presidente regionale di ASFO Toscana - Confcommercio, l’associazione che rappresenta le imprese toscane che forniscono alla sanità i cosiddetti dispositivi medici, dalle semplici garze e siringhe alle attrezzature più sofisticate per le sale operatorie e ai macchinari diagnostici.

 

“Le imprese del nostro settore, 300 in Toscana (di cui l’85% di piccole o piccolissime dimensioni), non hanno nulla a che vedere con le potenti multinazionali del farmaco, sia in termini di fatturato sia di marginalità e di logiche di vendita;”, ci tiene a sottolineare Rambaldi, “portano avanti onestamente il proprio lavoro senza speculazioni, anzi spesso con grande fatica nel far quadrare i conti, visto che le gare d’appalto impongono margini sempre più ridotti. Non possiamo ora sobbarcarci i costi in eccesso della sanità pubblica: non è giusto e non ce la facciamo”.

 

“Il payback ci costringerà a chiudere e a licenziare. Chi ha voluto tutto questo dovrà risponderne alle famiglie dei nostri dipendenti, che sono quasi 8mila in Toscana e oltre 100mila in Italia, senza contare quelli dell’indotto. Persone che con il loro lavoro ogni giorno contribuiscono al funzionamento del sistema sanitario. Lo hanno fatto anche durante la pandemia, senza interruzioni, con grande spirito di sacrificio e comprensione del proprio ruolo. E ora si trovano alle prese con un futuro incerto”.

 

Rambaldi chiude con un’altra osservazione amara: “la Toscana è la prima regione in Italia per sforamento della spesa sanitaria. I motivi sono di certo molti: ci sarà pure qualche spreco, ma non dimentichiamo la pandemia, che ha imposto un enorme aumento dei costi per la gestione delle emergenze. Che senso ha scaricare sulle spalle delle imprese e dei lavoratori del settore il peso economico di variabili che non dipendono da loro?”.