Patto per lo sviluppo dell'economia in Toscana

19/07/2019

Anche il terziario firma per il suo rilancio. Lunedì 15 luglio la presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini ha siglato il ocumento nell'ufficio del presidente della Regione Enrico Rossi. Cinque gli obiettivi: rilanciare gli investimenti pubblici, sostenere gli investimenti privati, migliorare la formazione professionale, favorire l'accesso al credito delle PMI, rafforzare il brand Toscana nel mondo. “Temi nati da una strategia condivisa che mira a rendere il sistema imprenditoriale lievito per lo sviluppo dell’occupazione e del benessere economico e sociale della Toscana”.

Lunedì 15 luglio 2019 la presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini alla firma del documento con il governatore Enrico Rossi

Con la firma della presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini, lunedì 15 luglio 2019 nell’ufficio di presidenza della Regione Toscana, si è concluso l’iter dell’Intesa per lo sviluppo della Toscana, stretta dal governatore Enrico Rossi con i protagonisti dell'economia e della società toscane.

Cinque gli ambiti di intervento intorno ai quali si strutturano le proposte attuative del Patto: il rilancio degli investimenti pubblici, tra infrastrutture, sanità e  difesa del suolo; il sostegno agli investimenti privati, per l’innovazione e l’economia circolare; la formazione, per migliorare la qualità del lavoro e superare il mis-match tra domanda ed offerta; l’attivazione di un insieme di interventi per favorire l’accesso al credito delle PMI (Garanzia Toscana) e infine il rafforzamento della competitività della regione sui mercati internazionali (il marchio Toscana).

“Sono temi nati da una strategia condivisa che mira a rendere il sistema imprenditoriale lievito per lo sviluppo dell’occupazione e del benessere economico e sociale della Toscana”, sottolinea la presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini, “ovvio che siano tutti importanti, ma in questo frangente infrastrutture, accesso al credito e sostegno agli investimenti sono fra i più rilevanti per il terziario, ovvero per le imprese di commercio, turismo e servizi che Confcommercio rappresenta e che sono la spina dorsale del nostro sistema economico, visto che rappresentano il 71% delle imprese esistenti, da sole garantiscono il 61% dell’occupazione e contribuiscono per il 77% alla creazione del valore aggiunto regionale”.

Migliorare le infrastrutture”, spiega la presidente Lapini, “significa mettere le imprese in grado di operare senza svantaggi competitivi rispetto alle concorrenti. Purtroppo non tutto è di competenza regionale e il caso della E45 ci ha mostrato bene le falle del sistema. È intollerabile vedere un’Italia, una Toscana in questo caso, a due o più marce, dove ci sono posti penalizzati da una viabilità ferma a 40 anni fa, e altri baciati dalla fortuna con sistemi di trasporto moderni ed efficienti. Non possono esserci figli di un dio minore. In questo modo si penalizzano i residenti, il turismo, le imprese, che da sole non possono riequilibrare questi svantaggi competitivi, anzi rischiano di soccombere ad un ambiente ostile alla loro crescita, a volte alla loro stessa esistenza. È bene quindi riportare sicurezza e tempi certi per tutti gli interventi infrastrutturali portati avanti in Toscana”.

Per quanto riguarda il sostegno all’economia circolare, lo smaltimento e il riciclo dei rifiuti è uno dei business più importanti dal punto di vista economico e ambientale, non a caso appetito dalle ecomafie”, avverte Anna Lapini, che per la Confcommercio nazionale riveste l’incarico di delegata alla legalità e sicurezza. “La scelta da fare è una sola: trasformare i rifiuti da problema a risorsa. Altrove lo fanno, dobbiamo farlo anche noi per sottrarre questo business alla criminalità ma anche per contenere i costi eccessivi che attualmente gravano su famiglie e imprese. A questo proposito, ci fa piacere che la Toscana, prima Regione in Italia, abbia annunciato l’apertura di un tavolo sulla Tari con le parti sociali, i Comuni e le aziende incaricate dello smaltimento, al fine di trovare le migliori soluzioni per ottimizzare i servizi e contenere le spese”.

Sul fronte dell’accesso al credito, “finalmente con Garanzia Toscana il sistema dei confidi entra a pieno titolo nelle politiche del credito regionali per agevolare le micro e piccole imprese, che in questo momento sono quelle più in affanno, perché hanno a che fare con un mercato interno da troppo tempo asfittico”, dice la presidente di Confcommercio Toscana. “Questa sarebbe la direzione in cui muoversi anche a livello nazionale, mentre invece viene ventilata l’ipotesi di togliere la lettera R dall’attuale normativa, con il risultato di far sparire i consorzi fidi togliendo alle piccole e piccolissime imprese uno strumento utile per accedere al credito a costi bassi e con minori rischi per il sistema bancario”.

Dall’indagine congiunturale sul terziario toscano condotta da Format Research per Confcommercio Toscana, presentata il 15 luglio scorso a Firenze, risulta che, anche se la liquidità tiene, i rapporti fra banche e imprese si mantengono piuttosto freddi: meno di un’impresa su cinque (19%) nel 2018 ha fatto domanda di credito, nel 48% dei casi per esigenze di liquidità e di cassa, poi anche per effettuare investimenti. Due su tre si sono viste accettare la richiesta ed è un dato positivo, che testimonia l’affidabilità degli imprenditori anche secondo i criteri sempre più rigidi applicati dagli istituti di credito. Ma le condizioni sembrano irrigidirsi rispetto al passato. “I confidi sono l’unico strumento valido a superare questo impasse, a sostegno degli imprenditori e a tutela del sistema bancario”, sottolinea la presidente Lapini.

Su altri punti del Patto, Confcommercio Toscana trova “apprezzabile lo sforzo di sintesi compiuto da tutti i firmatari su problematiche dove le posizioni sono e restano abbastanza distanti. La formazione professionale, per esempio, a nostro parere ancora troppo improntata sul modello scolastico tradizionale e ancora troppo poco incline ad ascoltare le imprese.  Ma, si sa”, chiarisce la presidente Lapini, “per essere operativi si deve sempre partire da ciò che unisce, non da ciò che divide. Poi - in corsa - l’abitudine al dialogo, il confronto costante e la fiducia che nasce dal lavorare insieme ottenendo risultati possono contribuire ad aggiustare le cose nell’interesse comune di far funzionare il sistema Toscana”.