Natale al ristorante per 276mila toscani

17/12/2021

Le previsioni della Fipe-Confcommercio sulla ristorazione toscana durante le festività: sette toscani su cento (7,4%) sceglieranno un locale per il pranzo del 25 dicembre, per una spesa media di 60 euro a testa. Gli altri resteranno a casa a brindare con famiglia o amici, confermando la tradizione del “Natale con i tuoi”. Un risultato comunque positivo per i locali toscani, che nel 2020 erano rimasti chiusi al pubblico a causa della pandemia (ad eccezione che per l’asporto e le consegne a domicilio) e che finalmente, quest’anno, potranno tornare a godersi un giro di affari da oltre 16,5 milioni di euro.

Pranzo natalizio al ristorante per 276mila toscani, in pratica sette su cento (7,4%), per una spesa media di 60 euro a testa. Gli altri resteranno a casa a brindare con famiglia o amici, confermando la tradizione del “Natale con i tuoi”. Un risultato comunque positivo per i locali toscani, che nel 2020 erano rimasti chiusi al pubblico a causa della pandemia (ad eccezione che per l’asporto e le consegne a domicilio) e che finalmente, quest’anno, potranno tornare a godersi un giro di affari da oltre 16,5 milioni di euro.

Le stime vengono da Fipe-Confcommercio Toscana. “Rispetto al pranzo di Natale 2019, l’ultimo pre-Covid, quando i toscani al ristorante erano stati 358mila, mancheranno all’appello almeno 82mila coperti”, fa notare il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, “ma il dato sarà compensato perché saranno meno anche i locali aperti in quel giorno, circa sei su dieci. Si tratta quindi di un risultato che fa ben sperare per il futuro, perché dopo quasi due anni di incubo pandemico le persone hanno voglia di tornare alla socialità e nei ristoranti si sentono sicure”.

Soddisfatto anche il presidente regionale dell’associazione di categoria Aldo Cursano: “tra i ristoratori prevale l’ottimismo, anche se nei centri storici delle città più grandi la mancanza di turisti si sente in maniera drammatica, ed è anche una delle ragioni per cui quest’anno 4 locali su dieci – anziché tre su dieci come nel 2019 – hanno deciso di restare chiusi per le feste. L’altra ragione è legata alla difficoltà di trovare personale disposto a lavorare nei festivi, poi c’è la paura di non raggiungere un numero congruo di prenotazioni, perché le nuove misure antiCovid stanno avendo un effetto depressivo. Va detto comunque che nella maggior parte delle località toscane il turismo ha sempre inciso relativamente sul Natale, è un’occasione in cui di solito si lavora con i residenti”.

Discorso diverso, invece, per il cenone di San Silvestro e il Capodanno. “la quota di toscani che sceglieranno di consumare la cena del 31 dicembre fuori casa potrebbe raddoppiare, ma è ancora presto per dirlo. Le prenotazioni stanno arrivando ed è probabile che qualcuno si deciderà solo all’ultimo momento o quasi. In quell’occasione, la presenza dei turisti potrà davvero fare la differenza. La speranza di poter chiudere in bellezza un anno che si è aperto in modo disastroso resta alta”.

Per quanto riguarda i menù delle feste, secondo la Fipe Confcommercio a farla da padrone a Natale, anche quest’anno, saranno quelli a prezzo fisso: formula scelta dal 78,8% dei gestori, con il 44,7% che ha deciso di includere anche le bevande, mentre il 34,1% ha preferito escluderle. “Per Natale vince sempre la tradizione, ovvero tortellini in brodo e cappone, arrosti e tagliata, tartufi, dolci tipici del Natale e qualche golosità al cucchiaio. A San Silvestro si punta invece sul pesce, con antipasti e specialità sfiziose anche nella presentazione. Poi ancora, immancabili, dolci e bollicine”, dice Cursano. Il costo del cenone arriverà ad una media di cento euro tutto compreso, “ma ci saranno anche locali con menù alla carta, per favorire ogni esigenza della clientela”.

Confcommercio Toscana anticipa anche l’andamento della spesa per pranzi e cene delle feste in casa. “Dalle 20-25 euro a persona per il pranzo di Natale fino alle 30 e oltre per il cenone di San Silvestro basteranno per mettere in tavola menù di tutto rispetto, facendo la spesa nei negozi di alimentari o al mercato. Le famiglie opteranno per la solidità delle tradizioni, scegliendo prodotti tipici e a chilometro zero, con molte meno concessioni ad esotismi internazionali”, fa sapere il direttore Marinoni. Insomma, un ritorno ai sapori più familiari, capaci di ricostruire quel clima di certezze e solidità che, purtroppo, in giro sembra mancare ormai da troppo tempo.