Legge regionale sul turismo, le preoccupazioni di ResCasa
20/12/2024
L’associazione che rappresenta le strutture ricettive extralberghiere aderenti al sistema Confcommercio in Toscana contraria all’emendamento regionale che attribuisce una destinazione turistico-ricettiva a fini urbanistici alle strutture ricettive svolte in civile abitazione. “Un cambiamento che avrà pesanti ripercussioni economiche sulle piccole e piccolissime imprese del settore”, denuncia la presidente Chiara Pelagotti. “Ne deriverà una revisione della rendita catastale che provocherà un aumento esponenziale dei costi relativi all’IMU e, in alcuni Comuni, della TARI. Un aggravio che rischia di compromettere la sostenibilità economica di molte realtà".
ResCasa Toscana, l’associazione che rappresenta le strutture ricettive extralberghiere aderenti al sistema Confcommercio, esprime forte preoccupazione per l’emendamento regionale che attribuisce una destinazione turistico-ricettiva a fini urbanistici alle strutture ricettive svolte in civile abitazione. “Un cambiamento che avrà pesanti ripercussioni economiche sulle piccole e piccolissime imprese del settore”, denuncia la presidente di ResCasa Confcommercio Toscana Chiara Pelagotti. “Ne deriverà infatti una revisione della rendita catastale che provocherà un aumento esponenziale dei costi relativi all’IMU e, in alcuni Comuni, della TARI. Un aggravio che rischia di compromettere la sostenibilità economica di molte realtà.
ResCasa Toscana critica anche la procedura che ha portato all’emendamento. “Non comprendiamo come sia possibile che, dopo un lungo iter legislativo caratterizzato da un dialogo costruttivo tra le componenti della filiera del turismo e la Giunta regionale prima ed il Consiglio dopo, si sia deciso, proprio a ridosso dell’approvazione in Consiglio, di apportare modifiche tanto significative senza alcun confronto preventivo”, sottolinea la presidente Chiara Pelagotti.
Il provvedimento prevede inoltre che i Comuni capoluogo possano limitare o proibire le locazioni turistiche, lasciando però un vuoto normativo per gli altri. “Ci chiediamo se sia stata verificata la fattibilità della norma e quale sarebbe l’esito di un eventuale ricorso del Governo davanti alla Corte Costituzionale”.
“Pur riconoscendo le difficoltà di alcuni capoluoghi nel bilanciare l’utilizzo delle civili abitazioni a fini ricettivi con la necessità di preservare la residenzialità, riteniamo che questa norma, aggravata dalla sua retroattività, porterà alla chiusura di numerose attività e al fallimento di un settore produttivo che genera ricchezza e posti di lavoro in misura pari (in proporzione) a quella degli hotel tradizionali”, sottolinea la presidente Pelagotti.
“È evidente che, ove possibile, si assisterà a una transizione naturale verso forme di locazione turistica, trasformando un settore produttivo in pura rendita, generando lavoro precario e scoraggiando investimenti nei piccoli borghi” – sottolinea la presidente di ResCasa Toscana.
Inaccettabile, poi, l’applicazione retroattiva della norma, che penalizza coloro che hanno effettuato investimenti e assunto impegni finanziari basati su business plan oggi resi inattuabili. “Ci riserviamo pertanto di tutelare gli interessi dei nostri associati in ogni sede”.
“Non si può considerare una struttura come un hotel per fini catastali e, al contempo, escluderla dai servizi accessori previsti dalla direttiva pacchetti. La contraddizione è evidente e richiede risposte immediate”, conclude la presidente di ResCasa Confcommercio Toscana, che chiede un ripensamento urgente della norma per evitare un tracollo del settore e ribadisce la disponibilità a collaborare. “Servono risposte immediate per risolvere contraddizioni evidenti e garantire la sopravvivenza di un comparto essenziale per l’economia regionale”.