La protesta di Natale dei pubblici esercizi

23/12/2020

Dal 23 dicembre e per tutte le festività natalizie i locali toscani esporranno manifesti "per dire "Basta!" ad un governo che apre e chiude le nostre aziende come interruttori e si prende il diritto di vietare il lavoro delle nostre imprese, senza trovare una strada per tutelarle”, spiega il presidente di Fipe-Confcommercio Toscana Aldo Cursano. "22 DPCM, 36 decreti-legge, 160 giorni di chiusura, un numero imprecisato di ordinanze regionali, una differenza impressionante fra quanto annunciato e quanto attuato. Siamo esausti". L'alleanza con i clienti: "la loro gratificazione è la nostra forza".

Costretti a tenere le serrande abbassate, ristoratori e gestori dei pubblici esercizi italiani non intendono passare Natale e Capodanno in silenzio. Al contrario. A partire da mercoledì 23 dicembre 2020 e per tutta la durata delle festività, decine di migliaia di locali, in Toscana come nel resto d’Italia, esporranno un cartello di protesta all’indirizzo del governo per dire: “Basta!”, al caos normativo degli ultimi mesi che continua a penalizzare le imprese del settore. Rabbia ed esasperazione riassunte nel manifesto siglato da Fipe -Confcommercio, la principale associazione di rappresentanza dei pubblici esercizi.

 

“22 DPCM, 36 decreti-legge, 160 giorni di chiusura, un numero imprecisato di ordinanze regionali, una differenza impressionante fra quanto annunciato e quanto attuato”, dice il presidente di Fipe-Confcommercio Toscana Aldo Cursano, che di Fipe è anche vicepresidente vicario nazionale, “per questo diciamo basta ad un governo che apre e chiude le nostre aziende come interruttori e si prende il diritto di vietare il lavoro delle nostre imprese, senza trovare una strada per tutelarle. Siamo esausti e increduli”.

 

Il risultato è un settore al collasso che ha deciso di rivolgersi direttamente ai cittadini. “Noi vogliamo e siamo in grado di lavorare in sicurezza”, prosegue Cursano, “per questo nel manifesto ci rivolgiamo ai nostri clienti: chiediamo loro di esserci vicini e di continuare a sceglierci, dove possibile, anche in queste difficili giornate. La loro gratificazione è la nostra forza ed il nostro futuro”.

 

Al governo, i pubblici esercizi chiedono invece un altro tipo di DPCM: Dignità, Prospettiva, Chiarezza e Manovra. “La dignità di attività essenziali e sicure; la prospettiva di un piano di riqualificazione e sviluppo, magari attraverso un adeguato inserimento nel Piano nazionale di Ripresa e Resilienza; la chiarezza sui tempi di riapertura a gennaio; una manovra correttiva che garantisca indennizzi adeguati e ristori calcolati sulle effettive perdite, sostegno all’indebitamento, risoluzione dei problemi di locazione”, spiega il presidente della Fipe Toscana.

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C’è bisogno della partecipazione e della collaborazione di tutti gli imrpenditori del settore: scarica il manifesto da stampare e affiggere sulla vetrina del tuo locale perché tutti possano vederlo!