Disciplina delle attività commerciali in centro storico alle principali città d'arte toscane.

05/04/2017

Il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni: “La Regione estenda il protocollo che disciplina le attività commerciali in centro storico alle princiapli città d'arte toscane".

Non solo Firenze. Tutti i centri storici delle città d’arte toscane meriterebbero regole appropriate per disciplinare la presenza delle attività commerciali e dei pubblici esercizi. Ne è convinta Confcommercio Toscana, che all’indomani della firma del protocollo siglato fra Regione Toscana e Comune di Firenze sul
Regolamento Unesco per le attività commerciali, chiede alla Regione di estendere il provvedimento anche alle altre principali “città d’arte”, cominciando da tutti i capoluoghi di provincia. “Da tempo la nostra associazione di categoria chiede alle Amministrazioni Comunali regolamenti che pongano fine alla giungla di nuove aperture nei centri storici”, dice il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, “non si tratta di fare un passo indietro rispetto al programma deciso dal governo con la liberalizzazione né di limitare la libera impresa, piuttosto si tratta di tutelare e valorizzare la qualità dell’offerta, che altrimenti rischia di essere portata al ribasso. È un atto dovuto nei confronti del patrimonio di bellezza che abbiamo ereditato dal passato, nei confronti dei cittadini e dei turisti, che hanno diritto a godere di questa bellezza, ma anche nei confronti di quegli imprenditori che puntano all’eccellenza, nei prodotti e nei servizi offerti come nell’estetica dei loro locali. È guardando a loro, quindi puntando in alto, che si deve conformare il mercato. Lo sciame di nuove aperture alle quali abbiamo assistito negli ultimi anni, non sempre di livello, purtroppo in qualche caso ha inquinato il mercato mettendo a rischio perfino le imprese consolidate”.


“Attraverso i regolamenti comunali”, prosegue Marinoni, “si possono imporre norme che tutte le imprese dei centri storici siano tenute a rispettare. È ovvio che un protocollo condiviso a livello regionale sarebbe di sostegno all’opera dei Comuni e la faciliterebbe a livello di contenuti e modalità di applicazione”.
Sono sette, in Toscana, le aree riconosciute patrimonio dell’umanità dall’Unesco: oltre al centro storico di Firenze, quello di Siena, la piazza dei Miracoli a Pisa, i giardini e le ville medicee, San Gimignano, Pienza e la Valdorcia. “La Regione potrebbe intervenire estendendo modi e finalità del protocollo firmato con il Comune di Firenze alle altre principali “città d’arte”, partendo con l’includere i capoluoghi di provincia”, chiede Marinoni.

A proposito del Regolamento Unesco approvato dal Comune di Firenze, il direttore di Confcommercio Toscana avanza un’unica perplessità: “siamo d’accordo su tutti i punti salvo uno: ci pare una limitazione eccessiva alla libertà d’impresa imporre il divieto di ampliamento alle aziende del centro storico che sono perfettamente in linea con gli obiettivi qualitativi che il provvedimento si prefigge. Questa norma dovrebbe essere ripensata, per evitare che un’impresa che voglia crescere sia costretta ad abbandonare il centro storico”.