Gioco pubblico, responsabilità e tutela dei consumatori

07/07/2022

​​​​​​​A Firenze la seconda tappa dei Lottomatica Talks, il tour che mira a rafforzare il dialogo tra il mondo delle istituzioni, degli enti locali e degli attori economici e sociali del territorio da un lato e i principali soggetti del settore del gioco pubblico dall’altro. Tra i relatori il vicedirettore di Confcommercio Toscana Gianni Picchi: "Consapevolezza, monitoraggio e legalità sono le tre priorità che hanno ispirato l’intesa che presto sigleremo con la Regione. L’accordo aprirà anche una collaborazione più attiva con gli operatori del Serd, per formare gli imprenditori del settore e aiutarli a riconoscere e gestire eventuali comportamenti di gioco patologici tra i loro clienti. Ma prima di tutto servono interventi forti contro il gioco illegale, che oltre a sottrarre risorse allo Stato (per il quale il gioco legale è l’1% del Pil), espone i soggetti più deboli a una vulnerabilità altissima, in cui la ludopatia è asservita alla criminalità”.

Gioco legale, responsabilità e tutela dei consumatori. Sono questi i concetti chiave attorno ai quali ha fatto perno la seconda tappa dei Lottomatica Talks che si è svolta il 6 luglio 2022  a Firenze. Il tour, iniziato nelle scorse settimane a Trento, mira a rafforzare il dialogo tra il mondo delle istituzioni, degli enti locali e degli attori economici e sociali del territorio da un lato e i principali soggetti del settore del gioco pubblico dall’altro. 

Il punto di vista del comune di Firenze è stato rappresentato nel corso del dibattito dall’assessore alle Attività produttive Federico Gianassi che ha tenuto un keynote speech sul tema: “Il gioco riguarda una parte della vita delle persone e delle comunità ed è per questo che occorre che sia inserito in un contesto sano e robusto. Le istituzioni, da quelle nazionali a quelle regionali e comunali – ha detto Gianassi – devono fare il massimo sforzo perché il gioco avvenga nel rispetto delle regole e sia contrastata la ludopatia. Da questo punto di vista la responsabilità sociale delle imprese, il legame stretto con le istituzioni sanitarie e il sistema dei controlli pubblici è fondamentale per costruire un modello che sappia valorizzare il gioco prevenendo ricadute socialmente negative e non accettabili”.  

Secondo il direttore dell’Ufficio dei Monopoli per la Toscana, Ernesto de Feo “il settore del gioco legale ha bisogno di una legislazione il più possibile univoca e razionale. Oggi la legiferazione avviene non solo a livello statale, ma anche regionale e comunale, con ricadute spesso negative per la tutela del consumatore e degli operatori del comparto”. Per questo De Feo ha auspicato “un testo unico in grado di raccogliere tutti i provvedimenti legislativi e regolamentari per semplificare una normativa settoriale di non facile interpretazione e applicazione”.

Il Vicequestore di Firenze, Maria Assunta Ghizzoni, ha ricordato come “la Polizia di Stato, attraverso le sue articolazioni centrali e periferiche, sia in primissima fila nell’attività di prevenzione e di contrasto al gioco illegale”. E a tal fine – ha sottolineato ancora – “può contare sul lavoro di personale altamente specializzato i cui obiettivi fondamentali sono la lotta contro ogni forma di illegalità e la criminalità organizzata, il pieno rispetto delle norme da parte di tutti i soggetti della filiera e la tutela dei consumatori finali in modo che gli sia consentito di giocare in contesti resi sicuri dalle leggi dello Stato e dal buon operato dei concessionari”.

Consapevolezza, monitoraggio e legalità sono le tre parole d’ordine su cui ha fatto leva il vicedirettore di Confcommercio Toscana Gianni Picchi. “Queste tre priorità hanno ispirato l’intesa che presto sigleremo con la regione”, ha anticipato Picchi, che poi ha spiegato: “L’accordo aprirà, tra le altre cose, una collaborazione più attiva con gli operatori del Serd, per formare gli imprenditori del settore e aiutarli a riconoscere e gestire eventuali comportamenti di gioco patologici tra i loro clienti. Ma prima di tutto servono interventi forti contro il gioco illegale, che oltre a sottrarre risorse allo Stato (per il quale il gioco legale è l’1% del Pil), espone i soggetti più deboli a una vulnerabilità altissima, in cui la ludopatia è asservita alla criminalità”.

E di contrasto al gioco d’azzardo patologico ha parlato anche, ovviamente, Sarah Viola, medico psichiatra: “Come per ogni dipendenza, anche per la ludopatia è fondamentale la prevenzione, che inizia nella scuola, in famiglia e nei centri di aggregazione giovanile e poi si dipana attraverso due momenti: la formazione e l’informazione corretta”. Secondo Viola, invece, la semplice proibizione di per sé non può funzionare: “Sono convinta che solo un gioco libero ma assistito – che permetta di individuare le situazioni di rischio e di offrire, lì davvero, un argine e un supporto terapeutico – possa rappresentare un valido aiuto per i giocatori patologici”. Per tale ragione, ad avviso della psichiatra, “la direzione in cui muoversi deve volgere soprattutto verso una presa di coscienza e responsabilizzazione da parte del giocatore”.

E che si tratti di un punto fondamentale, lo ha sottolineato anche il presidente nazionale STS, Giorgio Pastorino: “La ricerca di una nuova sostenibilità che bilanci i legittimi interessi privati con la tutela della salute dei giocatori è, prima di tutto, un interesse del settore che merita un riordino generale e regole certe, valide su tutto il territorio nazionale”. Una sfida che impone allo Stato di assumere una scelta decisiva: “Sostenere il gioco legale considerandolo un valore aggiunto a tutela dei consumatori e del lavoro di decine di migliaia di addetti e un baluardo contro l’illegalità, tornata forte sul territorio durante la fase pandemica, oppure rinunciare, lasciando che tutto finisca nel caos. Comunque vada, la decisione non potrà essere rimandata all’infinito”.

Necessità di chiarezza invocata infine pure dal costituzionalista Alfonso Celotto. “Occorre che si arrivi il più rapidamente possibile al riordino normativo della disciplina del gioco pubblico in Italia, in modo che vi sia uniformità su tutto il territorio nazionale in linea con gli orientamenti di fondo decisi a livello statale”, ha affermato il professore universitario, che ha sottolineato ancora: “Non si può avere una legge diversa per ciascuna regione e lo stesso discorso vale pure per i regolamenti adottati dai comuni”. E poi – ha concluso Celotto – “le imprese e i lavoratori che operano in questo settore industriale hanno il sacrosanto diritto di poter fare affidamento su regole chiare, stabili e uguali per tutti. Per questo spero che le varie iniziative in via di adozione a livello regionale vengano sospese in attesa della nuova normativa nazionale”.