Enogastronomia, il successo passa da identità e sicurezza

01/04/2019

Ne sono convinti gli organizzatori del premio Italia a Tavola, che aveva anche Confcommercio Toscana e Fipe tra i main sponsor e che nell'ultimo week end di marzo ha portato in Toscana, nella splendida villa medicea “Ferdinanda” di Artimino (Po) alcuni dei principali attori della ristorazione, del turismo, dell’accoglienza e dell’agricoltura italiane. Dibattiti, incontri, mostre e momenti conviviali per celebrare il settore che è fiore all'occhiello dell'economia made in Italy. Tra gli ospiti anche il ministro di agricoltura e turismo Centinaio, insieme al presidente nazionale di Fipe-Confcommercio Lino Stoppani e al presidente regionale di Fipe Aldo Cursano

Il turismo del futuro? Un connubio fra territorio, luoghi rurali, cultura ed enogastronomia. Ne è convinto il ministro dell'agricoltura e turismo Gian Marco Centinaio, ospite d'onore nel dibattito organizzato sabato 30 marzo 2019 nella villa medicea “Ferdinanda” di Artimino (Po) in occasione del Premio Italia a Tavola, che aveva anche Confcommercio Toscana e Fipe tra i main sponsor.

Un premio arrivato alla sua undicesima edizione, che anche questa volta ha richiamato in Toscana alcuni dei principali attori della ristorazione, del turismo, dell’accoglienza e dell’agricoltura italiane.

«Oggi i turisti scelgono sempre di più esperienze, emozioni», ha detto Gian Marco Centinaio. «I turisti cercano l’abbinamento ai luoghi della cultura, ma anche ai luoghi naturali, dove però si possano gustare i prodotti enogastronomici del territorio. Tutto questo serve anche per rilanciare aree rurali che senza operazioni di marketing e comunicazione rischierebbero di rimanere fuori dai cataloghi dei tour operator più importanti». 

Per fare tutto questo, però, serve innanzitutto imparare a fare rete sul territorio, «per uscire dai confini nazionali e farsi conoscere. Ma non può essere un Ministero a decidere chi e come deve fare rete - ha ricordato Centinaio - che poi il Ministero abbia un suo ruolo cruciale è fuori dubbio: dobbiamo coordinare, accompagnare, unire, lavorare per fare sempre meglio e irrobustire la struttura dell’agricoltura e del turismo affinché lavorino sempre più a braccetto, tuttavia il grosso del lavoro deve arrivare dal basso».

Ed è proprio il "fare rete" uno degli obiettivi del Premio Italia a Tavola, ideato dal giornalista Alberto Lupini, che ogni volta mette a confronto istituzioni, stampa e "addetti ai lavoratori" sui temi di interesse legati alla gastronomia e all'accoglienza.

L'edizione 2019 è stata dedicata in particolare a due questioni: quella dell’identità, intesa come rispetto di tradizioni, cultura e prodotti, e quella della sicurezza. Sicurezza nelle procedure, negli alimenti che vengono conservati e proposti. Ma anche sicurezza nell’occupazione, “per combattere - sottolinea il patron di Italia a tavola Alberto Lupini - “il lavoro nero e risolvere una volta per tutte quella che è l’aberrazione tutta italiana per cui il mondo dell’Horeca non può oggi disporre di strumenti assolutamente indispensabili come sono i voucher. 

Italia a Tavola ha voluto poi rendere omaggio alla cucina del Seicento, un secolo cruciale da tanti punti di vista per l'arte culinaria. Il secolo, oltre tutto, in cui Caterina de' Medici si trasferì alla corte di Francia portando oltralpe la tradizione fiorentina e l'arte dello stare a tavola. Non solo: portandosi dietro anche nuovi strumenti per l'epoca, le forchette create dalla manifattura Torrini. Che ancora oggi, dopo 650 anni di vita, resta a Firenze una delle gioiellerie più antiche, erede di una lunga storia che ha reso il mondo, se non migliore, di certo più elegante!

Proprio alla forchetta è stata dedicata a Villa Artimino la mostra “No Tools Fork 1”, per ripercorrerne la storia in 26 pannelli a cura del fotografo Davide Dutto. D'oro, d'argento, d'acciaio, in ferro o in qualsiasi altro materiale - anche la vituperata plastica, in via di estinzione – la forchetta ha rappresentato in tutte le epoche storiche un elemento essenziale per gustare i cibi. Con il coltello e il cucchiaio è il simbolo di un percorso del cibo e spesso rappresenta anche il carattere di una persona nelle sue più svariate forme. 

Ma il Premio Italia a Tavola nell’ultimo week end di marzo ha offerto tanti altri spunti per ragionar di enogastronomia: dibattiti, incontri, la cena di gala curata dall’Associazione Cuochi. Poi, ovviamente, la premiazione dei Personaggi dell’anno, tra i quali i due pizzaioli Renato Pancini e Santarpia e la chef Silvia Baracchi. Tra i protagonisti della due giorni anche il presidente di Fipe Confcommercio Toscana Aldo Cursano, insieme al presidente nazionale Lino Stoppani.