Confcommercio Toscana, largo alle donne

25/01/2022

L'organizzazione del terziario affianca al presidente regionale Aldo Cursano la livornese Francesca Marcucci con il ruolo di vicepresidente vicario; eletti insieme a lei anche i vicepresidenti Francesco Butali di Arezzo e Gianluca Spampani di Pistoia. Una delega speciale al pisano Stefano Maestri Accesi per seguire le iniziative relative all’attuazione del PNRR. Eletta inoltre la nuova presidente di Terziario Donna regionale, la pistoiese Donatella Moica (nella foto con Aldo Cursano). E dal consiglio direttivo riunito si alza la voce delle imprese toscane contro la burocrazia da Covid - green pass compreso - che complica l'attività.

 

Una nuova vice presidente vicaria, la livornese Francesca Marcucci, e due nuovi vice presidenti, l’aretino Francesco Butali e il pistoiese Gianluca Spampani, affiancheranno Aldo Cursano, presidente della Confcommercio Toscana, nella gestione della maggiore organizzazione di categoria del terziario. Una delega speciale al pisano Stefano Maestri Accesi per seguire tutte le iniziative relative all’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (il “famigerato” PNRR). Una nuova presidente di Terziario Donna regionale, la pistoiese Donatella Moica.

Questo l’esito della riunione del Consiglio Direttivo della Confcommercio Toscana che ieri ha definito i nuovi assetti di vertice della maggiore organizzazione di categoria del terziario. Una riunione non solo elettiva, ma anche e soprattutto di riflessione e proposta sulle recenti questioni che affliggono il settore, in primis gli aspetti applicativi del green pass che entreranno in vigore dal 1° di febbraio, complicando parecchio l’attività di chiunque gestisca un esercizio commerciale.

“Abbiamo sempre sostenuto la campagna vaccinale e tutti gli strumenti per renderla attuabile, compreso il green pass, nella convinzione che questa sia l’unica strada da seguire per limitare i danni della pandemia e le ripercussioni sulle nostre imprese”, afferma Aldo Cursano.

“Se gli effetti del contagio, che pure sta assumendo dimensioni preoccupanti”, prosegue Cursano, “sono da un punto di vista sanitario equiparabili ad una semplice influenza, lo si deve esclusivamente al fatto di essere riusciti a garantire la copertura del vaccino a larghissima parte della popolazione. Non vorremmo però”, prosegue il presidente della Confcommercio Toscana, “che dall’emergenza sanitaria passassimo ad un’emergenza burocratica dalle conseguenze economiche non meno pesanti. Se in molti casi gli effetti sanitari del Covid sono ridotti a qualche starnuto e tutt’al più qualche giorno di riposo forzato, le complicazioni burocratiche ci tengono bloccati, noi, i nostri dipendenti e le nostre imprese, per non parlare dei clienti, per decine di giorni, impedendoci di fatto di svolgere la nostra attività per lunghi periodi. Come una sorta di lockdown non dichiarato, ma purtroppo effettivo”.

Secondo la Confcommercio “è indispensabile rivedere immediatamente alcuni aspetti applicativi delle recenti normative sul green pass, in particolare l’onere della verifica e del controllo, scaricati sulle spalle di professionisti che hanno altro da fare, che fanno un altro mestiere e non possono sostituirsi alle autorità di Pubblica Sicurezza. Ma soprattutto è indispensabile rimediare immediatamente alle storture che creano inaccettabili discriminazioni tra operatore e operatore, come quelle che consentono di acquistare un giornale al supermercato ma non all’edicola, un televisore all’Ipercoop ma non all’Euronics, un profumo in qualsiasi struttura della grande distribuzione ma non in profumeria”.

"Per questo motivo ci siamo attivati per chiedere alla nostra Confederazione nazionale un immediato intervento in questo senso, valutando ogni possibilità di azione contro la palese incostituzionalità di provvedimenti così discriminatori".

“Apprezziamo invece”, conclude Aldo Cursano, “l’azione coordinata delle Regioni, la nostra in primo luogo, per il superamento di queste contraddizioni attraverso l’alleggerimento degli oneri burocratici, l’accorciamento dei termini e, fosse possibile, il ritorno alla normalità, come avvenuto in altri paesi non messi meglio di noi per il contagio, con il conseguente progressivo ritiro dei provvedimenti”.