Benzinai toscani, la crisi batte forte

07/03/2022

La situazione si fa sempre più difficile per i gestori degli impianti di carburante, circa 1.600 in tutta la regione. Lo denuncia il presidente della Figisc Confcommercio Toscana Marino Milighetti: “prima il drammatico calo degli affari durante la pandemia, viste le restrizioni agli spostamenti, poi il caro bollette e ora, a causa del conflitto in Ucraina, il rialzo esorbitante dei prezzi con benzina e gasolio schizzati a 2 euro e più al litro e il gas a + 30%. Questo a fronte di margini che per i gestori sono ormai ridotti all’osso da anni: un misero 2% dentro al quale devono starci tutti i costi, compreso il nostro compenso: troppo poco per garantire la sopravvivenza delle aziende”.

È allarme rosso nella rete degli impianti toscani di distribuzione dei carburanti. “Prima il drammatico calo degli affari durante la pandemia, viste le restrizioni agli spostamenti, poi il caro bollette e ora, a causa del conflitto in Ucraina, il rialzo esorbitante dei prezzi con benzina e gasolio schizzati a 2 euro e più al litro e il gas a + 30%. Questo a fronte di margini che per i gestori sono ormai ridotti all’osso da anni: un misero 2% dentro al quale devono starci tutti i costi, compreso il nostro compenso: troppo poco per garantire la sopravvivenza delle aziende”, denuncia Marino Milighetti, presidente regionale della Figisc Confcommercio Toscana. 

 

“La situazione è ai limiti del collasso”, continua Milighetti, “gli aumenti di prezzo sono ormai quotidiani, basta vedere gli aggiornamenti delle quotazioni sul sito del Mise. I rialzi sono di un ordine che qualche settimana fa sarebbe parso inverosimile. Perfino il diesel si sta avvicinando pericolosamente a quota 2 euro. Per noi è difficilissimo stare dietro a queste fluttuazioni. In più, sono aumentati in maniera drammatica anche per noi i costi di gestione, a partire dall’energia elettrica. Le compagnie e i retisti non intervengono, così gli aumenti ricadono tutti sulle nostre spalle. Di questo passo saremo costretti a spegnere le luci degli impianti la notte, con tutti i rischi connessi per la sicurezza”. Altro fattore critico per la categoria, l’avanzare dei veicoli elettrici e ibridi, che sta riducendo progressivamente il mercato dei carburanti.  

 

Il presidente dei benzinai toscani di Confcommercio avanza quindi alcune richieste: “servono interventi immediati sul listino prezzi dei carburanti, anche e soprattutto a tutela dei consumatori, poi interventi di sostegno alla categoria sia da parte del governo sia da parte delle compagnie petrolifere, che finora si sono limitate a fare profitti tenendosi alla larga da questa situazione. Compagnie che già durante la pandemia hanno erogato in nostro favore solo aiuti trascurabili, lasciandoci praticamente soli a sopportare il peso della diminuzione di fatturato”. 

 

I benzinai di Figisc Confcommercio Toscana chiedono anche l’estensione del credito d’imposta per le transazioni elettroniche legate all’acquisto carburanti, crediti di imposta sugli aumenti dell’energia elettrica, ulteriori dilazioni dei pagamenti dei carburanti per far fronte ai maggiori costi, poi un tavolo governativo sulla crisi del settore. “Senza liquidità il nostro settore rischia di implodere. E i nostri margini sono al palo da troppo tempo, nonostante tutti gli aumenti di tariffe, tasse e utenze. Agiamo in fretta perché forse è già troppo tardi”. 

 

I numeri dell’anagrafe carburanti in Toscana  

(dati Ministero dello Sviluppo Economico): 

  • 1537   gli impianti stradali  
  • 31        gli impianti autostradali