Balneari, Confcommercio Toscana sollecita l'intervento del Governo.

13/07/2017

Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che boccia i provvedimenti presi dalla Regione Toscana in materia di concessioni demaniali ad uso turistico-ricreativo

L’associazione di categoria si unisce all’appello della Giunta regionale toscana affinché sia subito colmato l’attuale vuoto normativo. Il direttore regionale di Confcommercio Franco Marinoni: “le oltre 900 imprese balneari che operano in Toscana hanno la necessità e il diritto di svolgere il proprio lavoro in un quadro normativo certo. A rischio competitività e migliaia di posti di lavoro in un comparto strategico per il turismo toscano”.

Sul futuro degli stabilimenti balneari toscani continuano ad addensarsi le nubi, dopo che una recente sentenza della Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima una parte importante della disciplina toscana sulle concessioni demaniali ad uso turistico-ricreativo.

Confcommercio Toscana si unisce quindi all’appello della Giunta regionale affinché il Governo colmi subito l’attuale vuoto normativo. “La Regione  aveva giustamente previsto un indennizzo al prestatore uscente in caso di perdita della concessione, a titolo di risarcimento per gli investimenti effettuati”, spiega il direttore generale di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, “una decisione che secondo la Corte Costituzionale non doveva essere presa, perché di competenza statale”.

“Ora sollecitiamo il Governo affinché trovi subito una risposta adeguata. Le oltre 900 imprese balneari che operano in Toscana hanno la necessità e il diritto di svolgere il proprio lavoro in un quadro normativo certo. Senza certezze sono in gioco competitività e migliaia di posti di lavoro in un comparto strategico per il turismo toscano. Se la situazione resta questa, è ovvio che le imprese non avranno più stimolo a fare investimenti e la qualità dei servizi sulle nostre spiagge presto o tardi potrebbe risentirne”.

Confcommercio chiede dunque che “si completi in fretta l’iter del provvedimento sui balneari in discussione al Parlamento. Prolungare questo vuoto normativo porterà ricadute negative anche sulla prosecuzione delle procedure comparative già avviate in base alla Legge Regionale 31/2006”.