Aumentano di oltre il 40% le spese obbligate

08/08/2025

Turisti low cost? L'aumento delle spese obbligate negli ultimi dieci anni non aiuta, come conferma l’analisi dell’Ufficio Studi Confcommercio: i bilanci delle famiglie italiane sono sempre più appesantiti: nel 2025 il "salasso" sale a oltre 9.300 euro, pari al 42,2% della spesa complessiva. L'abitazione (oltre 5mila euro) resta la voce principale. Franco Marinoni (dg Confcommercio Toscana): “Così resta poco per spese voluttuarie e viaggi. Quello dei prezzi nei pubblici esercizi e nei negozi è un falso problema”.

 

Il vero problema delle famiglie italiane è che i loro bilanci sono sempre più gravati dalle spese obbligate, in particolare per casa e trasporti. Di conseguenza, rimane sempre meno per le spese discrezionali, come viaggi e tempo libero. Intanto, le imprese sono costrette a ritoccare i listini e a concentrare gli incassi in periodi sempre più brevi per far quadrare i conti”.

 

A dirlo è Franco Marinoni, direttore generale di Confcommercio Toscana, commentando i dati diffusi dall’Ufficio Studi sull’andamento delle spese obbligate nel periodo 1995–2025. Si tratta di spese legate a beni e servizi irrinunciabili come casa, energia, bollette, sanità, trasporti e assicurazioni. Queste voci incidono sempre più sui bilanci familiari: nel 2025 rappresentano il 42,2% della spesa totale, con un incremento di 5,2 punti rispetto al 1995.
 

Ogni anno, su una spesa media pro capite di 22.114 euro, ben 9.343 euro sono assorbiti dalle spese obbligate”, prosegue Marinoni. In testa le spese per l’abitazione (5.171 euro, +109 euro rispetto al 2024), seguite da quelle per assicurazioni e carburanti (2.151 euro) ed energia (1.651 euro).

A rendere più pesante il quadro è la dinamica dei prezzi: negli ultimi dieci anni, quelli delle spese obbligate sono aumentati del 132%, più del doppio rispetto ai beni commercializzabili (+55%).
In particolare, l’energia – pur con un rallentamento nel 2025 – ha registrato un aumento del 178% in trent’anni.

 

In questo contesto, è evidente che toscani e italiani abbiano sempre meno risorse da destinare ai consumi liberi. Per qualcuno, anche un semplice gelato artigianale gustato in riva al mare o passeggiando per il centro di Firenze o Siena può diventare un lusso che pesa su bilanci già precari” – continua Marinoni. “Le imprese hanno fatto e fanno del loro meglio per contenere i prezzi, tanto che i beni tradizionali come gli alimentari segnano un’ulteriore flessione (-57 euro), ma non possono farsi carico delle difficoltà delle famiglie: anche loro devono gestire costi e chiudere i bilanci, salvaguardando l’occupazione”.

 

Secondo Marinoni, è quindi urgente affrontare il problema alla radice, concentrandosi sulle vere cause del calo dei consumi: “Occorre restituire potere d’acquisto alle famiglie, intervenendo su tasse, tariffe e costo del lavoro. Altrimenti, insieme ai consumi, si blocca l’intera economia”.